ANZIANI CHE CORRONO

Franco Buccino
All’alba i corridori attraversano le strade della città: tra loro c’è una nutrita rappresentanza della Terza Età. Anziani sempre presenti, con scrupolo, perseveranti. Magari i loro tempi lasciano a desiderare, ma rimediano alle modeste performance con una grande capacità di osservazione, e poi di riflessione, arrivando perfino, correndo correndo, a fare scelte impegnative e impensabili.
Come quel signore dai capelli bianchi che di buon ora sbuca su via Toledo accompagnato dal rumore di alcune saracinesche che vengono tirate su. All’imbocco di piazza Carità trova, sotto la pensilina della fermata dei mezzi pubblici, sulla panchina il solito senzatetto che la occupa stabilmente. Lì dorme, mangia, beve, fa i suoi bisogni: sotto gli occhi di tutti. Forse è l’unica casa di vetro della città, pensa, mentre passa tra due file di palazzi, diversi ancora avvolti dalle impalcature. Quante persone incontra per essere ancora buio! Netturbini, vigilanti, forze dell’ordine, fornitori. E un via vai di scooter sgangherati con una pila di contenitori colmi di cornetti. Il loro profumo fa alzare testa e naso all’insù a un gruppo di giovani runnisti, simili a un branco di cani e gatti che insegue una nuvola di odori nei cartoon.
I gestori dei bar preparano il loro locale ad accogliere i clienti per il rito del caffè, ma ancora di più stanno attenti ad occupare scientificamente quanto più suolo pubblico è possibile, perfino sulle strade trafficate. Saranno seguiti a ruota da negozianti, pizzaioli e ristoratori. All’occhio esperto dell’anziano non sfugge lo spostamento delle auto in sosta a favore di tavolini e mercanzie: c’è una nuova qualifica da aggiungere al repertorio dei parcheggiatori, quella del parcheggiatore di scambio. Procedendo nella corsa, all’ingresso di piazza Plebiscito lo sguardo del runner senior va immediatamente alle basi dei due monumenti equestri per vedere se non siano state imbrattate da ignoti vandali. Ogni volta è un tuffo al cuore, come se fossero diventate misuratrici del livello di civiltà della città. Sui vandalismi così come sui gesti di inciviltà bisognerebbe riconoscere a molte più categorie di cittadini la possibilità di intervenire: una sorta di guardiani del decoro e dell’arredo della città, dell’integrità e della salvaguardia dei monumenti.
Riflettendo e rimuginando pensieri e proposte, si fa tutto il lungomare fino a Largo Sermoneta, dove incrocia lo sguardo del fiume Sebeto. A tutti il dio sembra indifferente, ma il nostro anziano giura che verso di lui è ammiccante e incoraggiante. Ricaricato, nel ritorno, il runnista si rivela molto più ardito nelle idee. I pescatori di Mergellina si radunano vicino alle pescherie, ma il pesce arriva dai furgoni e non dalle barche. C’è un limite alla pubblicità sul lungomare? Ora è la volta nientemeno che di uno yacht. Ci sono inguaribili ottimisti convinti che la crisi è alle spalle. Perfino a Napoli! Sui tratti non pedonalizzati di via Caracciolo si intensifica il traffico automobilistico. Il nostro si chiede che modo sia quello di affrontare l’inquinamento fermando le macchine per quattro giorni alla settimana finché i valori degli elementi inquinanti sono elevati, per poi riprendere come se non fosse successo niente.
Intanto i ristoratori di via Partenope non avanzano, è vero, nell’occupazione della strada, ma, a ben vedere, consolidano la loro presenza negli spazi occupati con strutture consistenti e teloni di plastica trasparenti per isolare i clienti dalla pioggia, dal freddo, dai rumori esterni. E pazienza se i passanti sono costretti a fare il giro. Rientrando dal mare nell’interno della città, il corridore anziano spazia con la mente ai campi di azione che si aprono per lui e quelli come lui: volontariato civico in forme nuove, nonni volanti, corridori guardiani della città. Ma poi, incrociando schiere di cittadini, di immigrati, di persone che escono da funicolari e metropolitane, allarga il loro impegno alla politica, al governo delle municipalità, e, perché no, dell’intera città. Quello che bisogna capire è che questi anziani corridori che si candidano a garanti del bene della città, anche se spesso sono gli stessi che facevano queste cose negli anni passati, oggi sono persone diverse. Sono anziani e corrono, anziani che corrono: s’incontrano l’età matura e l’ardore, la saggezza e la passione, l’equilibrio e la voglia di cambiare.
Al termine ormai della sua corsa, l’anziano supera la panchina sotto la pensilina di piazza Carità dove il barbone dorme beato, incurante delle auto e della gente che passa: con folti capelli e barba somiglia vagamente al dio Sebeto di largo Sermoneta.

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