I BAMBINI DEL RIONE VILLA

Avevano smesso già da tempo di credere nei “supereroi”, nonostante zaini, astucci, t-shirt e vestiti di carnevale, i bambini, testimoni dell’agguato davanti alla loro scuola. Che ha visto ucciso il nonno, ferito il papà, illeso il bimbo: illeso, ma non sappiamo se si è salvato pure da future esperienze di questo genere.

Avevano smesso di credere, gli alunni della “Vittorino da Feltre”, dopo aver visto fratelli maggiori e zii di alcuni di loro organizzarsi per le stese, dopo aver sentito gragnuole di colpi esplosi sotto i loro balconi, dopo aver osservato bilancini e dosi di droghe varie, dopo aver assistito all’assalto delle donne alle auto della polizia che portavano in questura malavitosi arrestati.

Quelli che per un po’, fratelli parenti amici conoscenti, gli erano sembrati emuli dei loro supereroi, avevano poi mostrato il vero volto della forza bruta e della violenza. E così erano crollate le fantasie, i miti, gli eroi. Non è più il tempo della bambina che voleva sposare un camorrista, come scriveva candidamente nel suo tema un po’ di anni fa. Non hanno più il tempo disteso dell’infanzia e della fanciullezza.

Perché questi bambini devono continuare ad essere ostaggi nel rione Villa, colonizzato e organizzato dai clan, o in via Taverna del Ferro, nel Bronx, costruito in tempi recenti per persone e famiglie “deportate”.  Quelli che li tengono in ostaggio dovrebbero essere giudicati per crimini contro l’umanità. Di sicuro contro l’infanzia. A tanti bambini si tolgono i giochi, la spensieratezza, l’educazione, il futuro.

Il Questore per risolvere il problema alla radice pensa al ruolo della scuola e la dirigente scolastica aspetta la telefonata di Salvini, telecamere e poliziotti. È una situazione drammatica e paradossale allo stesso tempo. Chi rimane in questi quartieri o rioni di San Giovanni, come ce ne sono a Ponticelli, a Scampia, nella Sanità, spesso è costretto a rimanere.

E il giovane che si è tenuto fuori dalla malavita, e fa il barbiere, dice in televisione che lui ha fatto la sua scelta. Quasi a giustificarsi con tutti quei coetanei assoldati dalla camorra. E i bambini che hanno assistito all’agguato, che faranno da grandi?

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