La città disegnata

  

 

 Repubblica ed. Napoli 01/11/2012 pag.

Illudiamoci con i disegni che la città sia migliore

Franco Buccino

 

 

 Da alcuni mesi Napoli ha i suoi tratti di pista ciclabile. Anche se subiscono varie interruzioni, se vengono imbrattati dalle bombolette spray e i soliti maleducati vi depositano sacchetti dei rifiuti. E il tratto di pista del lungomare, anche se insidiato dai ristoratori che ormai vorrebbero raggiungere gli scogli con tavoli, sedie e ombrelloni, ha il panorama più bello del mondo. È una piacevole novità la pista,  apprezzata da quanti amano le due ruote ed anche dai cittadini che leggono in essa un segnale di civiltà e di speranza.

Ma, con grande sorpresa, da qualche settimana le strade del centro sono tappezzate di disegni di biciclette senza ulteriori delimitazioni e segnaletica. Sono come dei grossi timbri che si inseguono, si intersecano, accerchiano monumenti; si incontrano nei due sensi in alcuni tratti, prendendo la forma di eleganti e stilizzati velocipedi: ad esempio nei pressi della stazione di via Toledo; abbandonano la strada, troppo trafficata, e invadono il marciapiede, come indisciplinati scooteristi o discoli pattinatori, tra lo sconcerto dei pedoni. Così nel tratto tra piazza Dante e piazza Carità.

Che bella e ingegnosa idea: disegnare a terra delle biciclette, ed ecco un tratto di pista ciclabile! Pensiamo alle innumerevoli applicazioni di tale invenzione. Intanto se mettiamo i timbri delle biciclette per tutte le strade della città, osando esportarli anche nelle lontane periferie, avremo di sicuro la pista ciclabile cittadina più lunga del mondo. E poi. Potremmo, con i disegni, attrezzare a verde vaste aree della città o interi quartieri: viali alberati, ampie aiuole, spazi di vegetazione lussureggiante dove ora spesso si accumulano rifiuti o giacciono carcasse di auto e motorini, giardini condominiali nei cortili dove ora si litiga per parcheggiare.

Di sicuro potremmo rimpiazzare con adeguati disegni di snelle palme quelle distrutte dal punteruolo rosso. Andranno curate con attenzione le fermate degli autobus: disegni al posto dei vetri infranti delle pensiline, disegni di distributori di biglietti con la scritta “in funzione” e non “fuori servizio”. A corso san Giovanni metterei sullo sfondo una grossa filovia che arriva da Portici, per illudere e non far avvilire i passeggeri in attesa. E sagome di personale sorridente e accogliente all’ingresso delle stazioni, sagome con visi più severi di vigili che tengano compagnia all’unico collega fuori della garitta di piazza Garibaldi e in altri luoghi per dissuadere, di giorno e di notte, i malintenzionati.

Raccomanderei largo uso di disegni nelle scuole, che creino ambienti piacevoli, palestre e laboratori; nelle aule un bel disegno di una ricca biblioteca di classe e di strumenti informatici, che, pur essendo di ultima generazione, non faranno gola ai ladri. In ogni scuola una grossa tavola appesa alla parete che rappresenti la mensa, con insegnanti e assistenti che scodellano zuppe fumanti. All’ingresso e fino al di là della strada sagome di nonni civici, sorridenti e rassicuranti. E si può pensare a tanti altri interventi per rendere, attraverso i disegni, la città più interessante, sicura e vivibile.

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