Lettera aperta al Presidente Renzi
di Franco Buccino
Signor Presidente del Consiglio,
è venuto il momento in cui ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. In questi giorni c’è chi parla e c’è chi tace. C’è chi parla a vanvera, come quel collaboratore di un esponente del suo governo, che, riferendosi al dramma di tanti precari che non vorrebbero fare la domanda, avrebbe detto con cinismo: “Meno domande? Saranno soddisfatte meglio”. C’è chi parla e scrive, come l’Amministrazione scolastica, prendendo numerosi scivoloni. Il decreto del direttore generale dice cose che non stanno nella legge o le interpreta a modo suo. Per esempio, l’obbligo di raggiungere la sede di servizio per i nominati entrò il 15 settembre, anche se titolari di una supplenza annuale, non c’è nella legge. Il Ministero un giorno fa una FAQ, il giorno dopo la rettifica, contribuendo al disorientamento dei precari. Le GAE, secondo la sua interpretazione, in prima battuta erano destinate ad essere soppresse, poi si è chiarito che si devono esaurire. Le assegnazioni provvisorie a settembre prossimo per i neo immessi in ruolo ci sono o non ci sono? Una semplice FAQ prefigura le modalità di assegnazione della sede cioè della provincia, senza tener troppo conto, sembra, della legge e del decreto. Non si parla, invece, di quello che si potrebbe fare senza stravolgere la legge, e cioè l’unificazione delle fasi B e C del piano di assunzioni.
E c’è chi tace. Colpisce il silenzio del Ministro dopo la prima infelice esternazione, il silenzio del governo, di chi potrebbe dare risposte politiche e assumersi impegni. Appunto. La maggioranza dei precari fa la domanda, e alcuni decidono di non farla, in questo clima surreale. Non si conosce la mappatura dei posti della fase B, non si sa niente della traduzione dell’organico potenziato in posti e classi di concorso, non si conosce il criterio di assegnazione delle province e che fine faranno le preferenze, come si rispetteranno le riserve di legge, se veramente le supplenze annuali arriveranno dappertutto prima delle nomine in ruolo, se sarà illusoria la gioia di una provincia comoda ottenuta perché l’anno prossimo con il piano straordinario di mobilità potrebbe essere rimesso tutto in discussione.
Converrà, signor Presidente, che al momento non ci sono le condizioni per procedere all’attuazione del piano di assunzioni. Bisognerebbe prima dare risposte chiare ai quesiti, ai dubbi e alle ansie dei docenti precari. La cui stragrande maggioranza da anni lavora nella scuola pubblica. Centomila stabilizzazioni sono importanti per gli interessati e per il governo. Ma rischiano di trasformarsi da meta agognata in un tragico esodo per i precari; da fiore all’occhiello in un pericoloso boomerang che colpisce al cuore la credibilità stessa del suo esecutivo. E condannano le scuole a un lungo periodo di confusione e ingovernabilità, pregiudicando il resto della riforma.
Ecco, con rispetto e fiducia, è venuto il momento di una sua personale assunzione di responsabilità.