Franco Buccino
Repubblica ed. Napoli 18 marzo 2016
Alle primarie del Pd a Napoli abbiamo fatto un po’ il tifo per “l’over 65”, noi anziani che, come lui, corriamo all’alba per le strade della città. Ci sembrava un rappresentante adeguato degli anziani, di quella categoria di persone, cioè, che sta diventando la fascia d’età più numerosa nella popolazione, e che pretende, a ragione, spazio e rappresentanza in tutti i campi, compreso la politica. Ci sembrava un bel rappresentante di invecchiamento attivo, con i libri che scrive e soprattutto con la corsa capace di rigenerare lui e, magari, la città. Gli anziani sostenitori e praticanti dell’invecchiamento attivo, dicevamo tra noi, possono anche riprendere quello che facevano precedentemente: tanto lo fanno con uno spirito diverso; in loro s’incontrano l’età matura e l’ardore, la saggezza e la passione, l’equilibrio e la voglia di cambiare. Come nella loro corsa, appunto.
L’entusiasmo si è affievolito man mano, quando abbiamo capito la natura del confronto e visto gli schieramenti a sostegno dei due candidati principali. Ci è sembrata una “normale” competizione, nella quale il riferimento all’età era piuttosto strumentale: i giovani inesperti, manovrati da altri, dalla cupola, dal partito centrale; gli anziani che hanno fatto il loro tempo, che non si rassegnano a lasciare. E così via. I luoghi comuni sono spesso i maggiori ostacoli sulla strada del rinnovamento. Ci saremmo rassegnati a tale fatale andamento, se non fosse che noi anziani abbiamo una troppo lunga esperienza anche nel campo delle competizioni elettorali. E abbiamo capito per tempo come procedeva la campagna: gli equivoci, le ambiguità, i sotterfugi, gli interessi, i contatti. E si è spento il tifo e l’interesse, per lui e per le primarie.
È vero, il partito democratico è l’unico che fa le primarie. Ma forse non servono a molto se da noi sono una fotocopia delle votazioni vere e proprie: con gli stessi movimenti, le stesse pressioni, le stesse sollecitazioni. E soprattutto con le stesse divisioni e nuove alleanze tra i maggiorenti di partito, i detentori di pacchetti di tessere, i consiglieri delle municipalità e, sempre più su, i consiglieri comunali e regionali, i deputati e i senatori. Faceva impressione vedere l’altro giorno all’Augusteo tra i bassoliniani, oltre i fedelissimi, anche quelli dell’ultima ora, variopinti e compositi, di destra e di sinistra, e non trovarne tanti, passati a un nuovo cartello. Inopinatamente. In realtà, solo a spettatori superficiali è sembrato di assistere a un duello, uno scontro, tra Bassolino e Valente. E 500 voti di differenza giustificano ai loro occhi riconteggi, ricorsi e il tentativo a livello nazionale di chiudere al più presto le polemiche.
La verità è che il vero duello si è svolto nei territori, nei quartieri della nostra città. Spesso tra figli e nipoti di Bassolino. Come a San Giovanni a Teduccio, dove almeno tre bassoliniani si sono giocati la leadership nel partito e nella municipalità. Per loro le primarie sono state le prove generali, anzi l’anteprima delle elezioni. Il candidato sindaco è stato del tutto secondario rispetto ai loro risultati; e i loro posizionamenti sono avvenuti prima della scelta del candidato da appoggiare. Non ci sono elezioni che tengano né primarie da regolamentare. Così come una guerra si è combattuta e si combatte ai piani più alti, tra le diverse anime e correnti di partito, o più spesso tra i soliti personaggi che passano con disinvoltura da una corrente all’altra per non perdere posizioni. Una onorevole, da sempre su posizioni diverse da quelle di Bassolino, oggi dichiara: “Aspettiamo cosa decide lui”. Anche a loro interessa poco il futuro sindaco e, forse, il futuro della nostra città.
Radicali e spietati i giudizi degli anziani nelle loro corse mattutine, si dirà. Ma capaci anche di mescolare le loro critiche ai sogni. E se si riunissero tutte le componenti, se non per amore della città, almeno a furor di popolo, senza parlare più di vincitori e vinti, ricorsi e controricorsi, senza contare i bassoliniani e gli antibassoliniani, per vedere quali sono di più, e trovassero un candidato comune, di tutti? Magari un anziano che corre all’alba per le strade della città! Che la conosce e la ama. Veramente.