Franco Buccino
(Repubblica ed. Napoli, venerdì 16 novembre 2018 pag. XII)
Tra i congressi di categoria che si svolgono in Cgil, un’attenzione particolare è riservata a quello dei pensionati, perché, anche cedendo una quota di delegati ad altri per solidarietà, rappresentano comunque una parte significativa della platea del prossimo congresso nazionale del più grande sindacato italiano.
I pensionati riconoscono la centralità del lavoro, perché il lavoro ha occupato una lunga parte della loro vita; perché continua a coinvolgerli attraverso figli e nipoti, a volte come un miraggio; perché, infine, in un domani non lontano, per una diversa composizione delle fasce d’età della popolazione, potrebbero essere chiamati in modo diffuso ad attività di volontariato civico e di pubblica utilità.
La dimestichezza con il lavoro insieme all’esperienza maturata sul territorio con i cittadini, i quartieri, le associazioni, le istituzioni, sul Welfare, le politiche sociali, la previdenza, la sanità, i servizi pubblici, fanno raggiungere al sindacato dei pensionati il più alto livello di confederalità tra le varie categorie della Cgil. Confederalità che significa equilibrio tra gli interessi tra i vari gruppi e l’interesse generale, e che non sempre è praticata dalle categorie, soprattutto con alcune scelte contrattuali di Welfare aziendale, in palese contraddizione con la scelta ideale di un Welfare universale.
Un ruolo, quello dei pensionati, importante all’interno del sindacato e anche della società, considerando la capillare diffusione delle leghe sul territorio. Difendere e diffondere, quotidianamente, i valori di inclusione, ridistribuzione delle risorse, uguaglianza dei diritti. Mettersi, con i loro sportelli, a disposizione degli anziani e di tutti i cittadini. Attivare le contrattazioni sociali sui territori. Non potrebbero mai essere, in Cgil, un’appendice delle categorie, solo degli ex lavoratori: sono molto di più e molti di più.
Consapevoli e orgogliosi del contributo fondamentale che danno al loro sindacato, i pensionati della Cgil vogliono e devono provare a misurarsi con i cambiamenti in atto, che riguardano innanzitutto la popolazione. La loro platea di riferimento, il mondo degli anziani, è in rapida evoluzione. In questi giorni abbiamo appreso che gli over 60 hanno superato gli under 30. E si avvicina rapidamente il giorno in cui gli over 65 saranno un terzo della popolazione. Una persona su tre nel nostro paese avrà più di 65 anni.
Non è solo un fatto quantitativo: le persone arrivano ai sessant’anni con un’aspettativa di vita media di circa venticinque anni. La cosiddetta terza età è un arco della vita che riguarda un’ampia fascia di persone che per tutti questi anni vive e vuole vivere. Aspira, in maniera sempre meno confusa, a quello che viene chiamato invecchiamento attivo. Stili di vita sani, attività fisica, cura della sfera affettiva e sessuale, apprendimento permanente, socializzazione, ruolo attivo in famiglia, volontariato civico, impegno politico. La rivendicazione, infine, per gli altri e per sé, quando perdono l’autosufficienza, di tutti i diritti dei cittadini. Basta, insomma, con lo stereotipo di un anziano fragile, isolato, malridotto, un peso per la collettività.
Per il sindacato dei pensionati, sia chiaro, verranno sempre prima, nelle sue battaglie e rivendicazioni, i non autosufficienti, i disabili, i poveri conclamati, i pensionati al minimo. Soprattutto in una regione come la nostra, dove i loro problemi si sommano a problemi endemici dell’intera popolazione. Ma non può e non vuole lasciar fuori dal suo raggio d’azione gli altri milioni di anziani. Il che gli impone di modificare e integrare le sue strategie e la sua organizzazione, con l’obiettivo di unire la promozione di tutti gli anziani con la protezione di quelli in difficoltà.
È questo l’impegno che il sindacato dei pensionati deve assumere, e far assumere all’intero sindacato. Ben sapendo che il riconoscimento degli anziani, dei loro diritti e del loro ruolo nella società, sarà anche il riconoscimento del ruolo dei pensionati all’interno della Cgil.