Franco Buccino
(Repubblica ed. Napoli, 10 gennaio 2020)
Napoli ha avuto nel corso dei secoli tantissimi signori che hanno imposto il loro dominio: ognuno con la propria corte. Fino a recenti uomini politici con alti incarichi nelle istituzioni. Così come malavitosi e organizzazioni criminali spesso la fanno da padroni nella città, dalle periferie ai quartieri bene. Queste due importanti categorie ci fanno trascurare tanti nuovi signori, che con la loro prepotenza e arroganza rendono più difficile e meno piacevole il soggiorno nella nostra città.
Innanzitutto ci sono i parcheggiatori abusivi, che continuano a presidiare i pochi spazi liberi del territorio, giorno e notte. Non c’è daspo o altro provvedimento che tenga; impongono agli automobilisti tangenti esose che si aggiungono a “grattini” dal costo proibitivo come in nessuna altra città. Tra ingorghi di traffico e posteggiatori abusivi l’automobilista napoletano è il più stressato e il più inquinante di tutt’Italia. Gli ingorghi di traffico fanno pensare a un’altra categoria di signori, i registi dei disperati, quelli cioè che con trenta, quaranta persone sono capaci di bloccare la città. Pensate alle manifestazioni di pochi giorni fa a via Marina e, poi, al Rettifilo. Perennemente al telefono, distanziati dai manifestanti, sembrano più agenti in borghese della Digos che “capipopolo”.
Poi vengono gli occupanti abusivi dello spazio pubblico. Abusivi perché pagano per superfici ampiamente inferiori o perché non pagano per niente. Si comincia con alcuni tavolini o espositori di merci; poi si passa ad occupare spazi più estesi e con sempre meno passaggi per i malcapitati cittadini; infine gazebi e ombrelloni d’ogni misura con teli laterali abbassati chiudono quasi ogni accesso, costringendo la gente a deviare il percorso e a scendere sulla strada. Quando può scendere. Perché, per una sorta di malefico combinato tra occupanti spazio pubblico, parcheggiatori abusivi o automobilisti e motociclisti che lasciano in divieto di sosta i loro mezzi, i pedoni a volte si vedono addirittura bloccato l’accesso ai marciapiedi.
Al terzo posto di questa sorta di classifica ci sono gli imbrattatori di monumenti e di edifici pubblici e privati. È ogni volta un pugno nello stomaco per i passanti. Orribili scritte e disegni di autori criminali, che spesso aspettano la ripulitura di facciate o di veri restauri per entrare in azione. Non vi dico con quale ansia entriamo in piazza Plebiscito con la paura di vedere nuovamente deturpato Palazzo Reale, o anche Palazzo Salerno, sede del comando militare. L’ultimo scempio: la scritta con lo spray nero lungo lo scalone e il portale secondario di santa Chiara.
Stanno prepotentemente risalendo questa classifica una nuova categoria di signori della città. Quelli che con la scusa di restaurare monumenti o palazzi ci inondano di pubblicità attraverso mega cartelloni o mega pannelli, ricoprenti le impalcature del cantiere. Gli esempi più clamorosi a via Toledo: le intere facciate di enormi palazzi imbracate da tubi Innocenti e ricoperte da gigantografie pubblicitarie. Che con sistematicità vengono cambiate. Non vi sembra per lo meno una pubblicità “invasiva”? Stesso scenario a piazza del Gesù e in tanti altri posti.
Il colmo si raggiunge con monumenti pubblici restaurati “grazie” ad agenzie pubblicitarie. Il sistema è lo stesso: monumenti imbracati, vistosissimi manifesti pubblicitari su enormi pannelli sui quattro lati. Ricambio di pubblicità e lavori lentissimi. Il monumento a Salvo d’Acquisto è “cantierato” dall’inizio di novembre, c’è perfino un W.C. chimico, ma non si è mai visto un operaio. In compenso siamo già alla terza pubblicità. Ultimo esempio è la recinzione dello spazio occupato dal Tennis Club Napoli sul Lungomare. All’improvviso è stata ricoperta per intero da pannelli con la storia, mi sembra, del club e delle Universiadi recenti, intervallata da grandissimi cartelloni pubblicitari, ognuno con quattro fari abbaglianti.
Torna in mente la polemica di tanti anni fa per la nuova cancellata della Villa Comunale, o quella per i baffi della scogliera, o quella per gli eventi a piazza Plebiscito, quella per le prese d’aria della metropolitana, per i dispositivi di traffico, ecc. ecc. Ma per i nuovi signori della città poche polemiche e, soprattutto, nessun provvedimento efficace.