Valditara crea una scuola di serie B

Un mio articolo su Repubblica ed. Napoli di oggi. Ciao a tutti!

9 agosto 2024
L’INTERVENTO
Valditara crea una scuola di serie B
di Franco Buccino

Nella campagna referendaria di questi giorni, in cui è stato raggiunto un numero record di firme per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata, colpisce la centralità e la considerazione per il tema dell’istruzione. Sistemi d’istruzione diversi in ogni regione, autonomi rispetto a organizzazione, contenuti, reclutamento del personale perfino, vengono visti dalla maggioranza dei cittadini come qualcosa che spacca definitivamente il Paese, come qualcosa di innaturale. Prima ancora di vederne gli effetti, quasi a prescindere dagli effetti, è il principio che non è condiviso dalla gente. Al Sud, e in particolare a Napoli, la raccolta di firme procede ancora più spedita, segno di una consapevolezza diffusa. Che sorprende solo chi non conosce davvero il popolo napoletano e non immagina di quale generosità e iniziativa sia capace. Sarebbe un vero peccato non alzare l’obiettivo, fermarsi a vincere il referendum e non intraprendere una vera battaglia per cominciare a eliminare le differenze. A partire dalla scuola, dall’istruzione. Differenze territoriali e differenze sociali che ancora segnano pesantemente i percorsi di vita dei nostri cittadini. Innanzitutto i ragazzi: il loro diritto allo studio, pesantemente messo in discussione da privazioni di vario genere, dalle strutture scolastiche carenti alle politiche sociali assenti, in un contesto sociale quasi sempre caratterizzato da una pesante povertà educativa in cui proliferano evasione e dispersione. Come ci ricorda ogni anno ipocritamente l’Invalsi con le sue inutili classifiche. E il discorso continua con il diritto alla salute dei cittadini, il diritto al lavoro, ecc. Abbiamo una bellissima Costituzione. Di carta, come si diceva una volta. Ma cosa importa a me, cittadino del Sud, che perdo ogni anno mesi di istruzione, che perdo anni di vita, che vivo con meno soldi, meno servizi, rispetto ai cittadini di altre regioni. E voi volete fare pure l’Autonomia differenziata? Piuttosto, facciamo unarivoluzione per eliminare o, almeno, ridurre le differenze. Ma torniamo all’istruzione. Che rimane sotto attacco con o senza Autonomia differenziata. L’euforia legittima per il numero di firme raccolte ha messo in ombra l’approvazione definitiva della filiera tecnico-professionale 4+2. Ne parlammo quando fu presentato il ddl, bocciato da subito dal Consiglio superiore della pubblica istruzione. Ma bisogna tornarci perché si configura come una vera e propria riforma della secondaria superiore. Corsi di studio quadriennali negli istituti professionali e tecnici (ma la sirena dei quattro anni, uno in meno, aggiunta alla crisi demografica attirerà anche i licei), il “campus” da subito in azione, cioè la rete con soggetti pubblici e privati, dalle università alle aziende. I docenti “aziendali” affiancheranno gli insegnanti e con le loro “competenze specifiche” insegneranno ai ragazzi quello che dovranno fare in fabbrica. Una riforma che ci porta indietro nel tempo e che ha una forte connotazione ideologica. Tradisce la Costituzione: mette in discussione il diritto all’istruzione per tutti, abiura l’obbligo scolastico e formativo a diciott’anni, rinuncia alla titolarità nell’istruzione e si fa affiancare dalle imprese private nella programmazione e nella gestione. L’obiettivo non è solo quello di avere personale qualificato per le imprese, ma anche quello di togliere dalle classi “normali” studenti che abbassano il livello medio della classe o che spesso sono destinati a ingrossare le fila della dispersione scolastica. Checché ne pensi Valditara, è proprio un sistema di serie B, anzi, fuori della storia. Forse non c’era tale discriminazione neanche negli anni passati, dall’unità d’Italia al fascismo. È una “riforma” che merita un’immediata raccolta di firme per un referendum abrogativo. © RIPRODUZIONERISERVATA

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