Lezioni nel Giovedì Santo ma tutti gli altri giorni?

Repubblica — 11 aprile 2001   pagina 1   sezione: NAPOLI

franco buccino* Le polemiche di questi giorni sul giovedì santo a scuola avevano per protagonisti la curia e il provveditorato, enti non particolarmente significativi; allora è sceso in campo, nientemeno, il Vaticano; nel frattempo studiosi in giusto equilibrio in nome della par condicio elettorale continuano a parlare di giovani, valori e società. E le dirette interessate, le scuole napoletane, che dicono? Sono un po’ frastornate per essere al centro dell’ attenzione, anche nazionale. Sono molto attente a non scontentare nessuna delle posizioni in campo: come si fa a mettere in discussione i valori religiosi? Per non parlare di quelli laici della scuola pubblica. Stanno maturando il sospetto di aver offerto lo spunto per interminabili diatribe, ma di quel che faranno Giovedì Santo non gliene importa a nessuno. Sono arrabbiate perché, avendo spazio a disposizione, vorrebbero parlare d’ altro: delle esperienze didattiche di quest’ anno di autonomia, della convivenza non sempre facile di scuole di ordini e indirizzi diversi in seguito al dimensionamento, delle difficoltà strutturali e della sicurezza, di laboratori e palestre carenti, delle iscrizioni per il prossimo anno.

Giovedì santo le scuole si comporteranno secondo schemi antichi: il gruppo più consistente vedrà le aule vuote per la legge non scritta secondo la quale nei ponti e nelle vigilie si fa «festa»; un gruppo significativo vedrà le aule piene ma solo perché una circolare interna minaccia sospensioni ed altri accidenti; in un piccolo numero di scuole si svolgeranno normalmente le lezioni perché è la festa che entra a scuola con la gente, le tradizioni, i valori. Per concludere, poiché le scuole napoletane sono perfino presuntuose, sono loro ad offrire un elemento di discussione a quanti hanno a cuore i ragazzi e la loro educazione, a prescindere dalla collocazione ideologica: ci sono giorni di vacanza a scuola, a volte per ricorrenze civili o religiose, che sono lavorativi per gli adulti; senza guida e senza controllo i ragazzi passano ore davanti alla tv o vanno in giro esponendosi a vari rischi. Come si muoverà la società per risolvere questo problema? FRANCO BUCCINO, * segretario Cgilscuola

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