Bravi studenti, fanno bene a protestare

Repubblica — 11 dicembre 2001   pagina 1   sezione: NAPOLI

FRANCO BUCCINO* – «Protesta di studenti. Mo’ è proprio Natale!» diceva, l’ altro giorno, il tassista bloccato nel traffico, come ha riferito la cronaca di Repubblica. Ed aveva ragione, perché da tantissimi anni ormai cortei, occupazioni e autogestioni sono un appuntamento fisso, un rito prenatalizio. O forse sono il “viaggio”, la “prova” collettiva, il “passaggio” dei ragazzi all’ età giusta per inserirsi e svolgere un ruolo attivo nel “villaggio”, cioè nella nostra società. E puntualmente la società degli adulti li respinge. Dopo averli, magari, per qualche settimana sollecitati e solleticati, lisciati e illusi, li rimanda nella vita quotidiana della classe, dei compiti scritti e delle interrogazioni da recuperare; e con il rito della pagella la scuola, per conto di questa società, ristabilisce l’ ordine e le gerarchie. Almeno così sembra. Perché, in realtà, per cerchi concentrici, anno dopo anno, la protesta si avvicina al punto critico; la concomitanza di fattori interni ed esterni può determinare e far precipitare una situazione esplosiva, un nuovo ‘ 68, anche qualcosa di più. E gli studenti sono l’ articolazione di un fronte più ampio, che vede lavoratori, disoccupati, insegnanti. Emarginati da questo movimento, gruppi di disperati possono fare cupe scelte di terrorismo e di lotta armata. Occupazioni e autogestioni si estendono a macchia d’ olio quest’ anno a Napoli: docenti e personale della scuola guardano questi ragazzi con rispetto, simpatia, condivisione. Solo qualcuno non trova di meglio da fare che rivolgersi alla polizia: in genere si tratta di chi non ha voluto fare alcun «contratto pedagogico» con i suoi studenti, di chi solo ora pone ipocritamente problemi di sicurezza e di incolumità, di chi si preoccupa dei danni che possono fare gli studenti alle suppellettili e alle strutture, e non si è accorto finora dei locali inidonei, delle carenze strutturali, dell’ assenza di laboratori e palestre.

I ragazzi hanno molti buoni motivi per protestare. Vedono una scuola che gliela cambiano sotto gli occhi giorno per giorno: non sanno con chi faranno gli esami di maturità, quanto vale il voto in condotta, quali e quante materie studieranno, se avrà valore o meno il titolo di studio che conseguono; vedono che viene riservato un trattamento di favore a quanti di loro frequentano le private. E non possono non protestare. Vedono scarsissimi investimenti per la scuola pubblica; vedono nere prospettive per i loro insegnanti, malpagati, demotivati, “controllati”; vedono bloccare una riforma, definita da una legge dello Stato, e prender piede una nuova riforma che stravolge la precedente, che mira sostanzialmente a dividere quanto prima possibile proprio loro, i ragazzi, in due tronconi, in due gruppi separati che non si incontreranno più, scuola e formazione professionale. E non possono non protestare. Il 19 e 20 dicembre prossimi dovrebbero esserci gli Stati generali dell’ istruzione a Foligno. E’ una parata che non riuscirà, anche perché mancherà la scuola napoletana: penso che i lavoratori delle scuole napoletane e i loro studenti, non essendo stati contattati, diffidino chiunque dall’ andarla a rappresentare. «Stati generali della scuola a Napoli e in Campania» può essere una buona idea. A condizione che non ci si fermi al giudizio sulla riforma della scuola nella nuova versione Moratti, ma si passi anche alla valutazione dell’ attuazione della riforma a Napoli e in Campania, si parli della mancata rivisitazione del piano di dimensionamento, si parli dell’ obbligo formativo e della difficoltà a trovare gli allievi per i corsi, si parli della cronica carenza di strutture e attrezzature delle scuole. A condizione, soprattutto, che si recuperi in un dibattito a più voci e nella costruzione di una piattaforma per la scuola, il contributo importante degli studenti. Mi sembra giusto che parta da Napoli il segnale di un protagonismo degli studenti che duri oltre la breve stagione delle occupazioni. FRANCO BUCCINO, *SEGRETARIO CGILSCUOLA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *