Scuola, l’ ultima scorciatoia delle graduatorie

FRANCO BUCCINO

C on una password accedi al sistema informatico della Pubblica istruzione, trovi la graduatoria provinciale che ti interessa e modifichi i dati e i punteggi che vuoi o inserisci i nomi che vuoi con i punteggi che vuoi. Un gioco da ragazzi. E pensate al risparmio! Tutte le altre scorciatoie per ottenere le supplenze o l’ agognata immissione in ruolo sono divenute sistemi antidiluviani. Per il personale Ata a volte si doveva cominciare dal titolo di studio che gli interessati non possedevano: terza media, diploma presso istituti compiacenti, preferibilmente pareggiati; qualifiche con corsi professionali autorizzati dalla Regione, talvolta più ricchi di crediti (materie e ore) di un corso di laurea. Poi ci volevano i servizi: fasulli o veri presso istituti privati (si racconta ancora la leggenda di un istituto della provincia che in un anno sfornò più di trecento certificati di servizio per bidelli) o anche presso istituti statali, eludendo i controlli e al di fuori di ogni graduatoria con complicità interne. Scorciatoie analoghe si trovavano per i docenti: servizi nelle private, effettivi o virtuali, cioè solo per il punteggio (c’ è chi si pagava i contributi che la scuola gli versava); master o perfezionamenti, reali o “pezzottati” spesso non te ne accorgevi, versavi la quota di iscrizione, ti presentavi il giorno stabilito per l’ esame-gioco a quiz, pagavi i diritti e ti arrivava l’ attestato; corsi di sostegno sempre uguali prima presso fameliche agenzie, poi presso fameliche università nelle versioni “400 ore” o “800 ore” per decreto del ministero. Per tutti poi il sogno dell’ invalidità, la regina delle scorciatoie perché dava luogo alla riserva che faceva compiere salti vertiginosi nelle graduatorie. Infine il mercato dei ricorsi. Quando si aggiornavano le graduatorie con migliaia e migliaia di domande. Quando si dichiaravano titoli e servizi senza produrli con centinaia di migliaia di autocertificazioni. Ogni volta lo stesso rituale: per carenza di tempo e di organico i provveditorati non erano in grado di esaminare con attenzione le domande, ma pubblicavano lo stesso le graduatorie prima provvisorie e poi definitive, «nell’ interesse della scuola e di chi deve avere la nomina» si diceva. Da allora cominciava il balletto dei decreti di rettifica che l’ Amministrazione continuava a fare per autotutela. Cominciava l’ attesa dei più di veder correggere il punteggio errato, ma parallelo partiva il mercato dei ricorsi, dove chi poteva, sindacalista o pseudosindacalista con qualche impiegato compiacente, faceva “passare” i ricorsi che gli stavano a cuore. E in tal modo diverse persone si sono costruite, in modo a volte reale e a volte immaginario, il proprio stato di servizio nella scuola fino al posto fisso. Ma ora tutto ciò appartiene al passato, non servono più queste anacronistiche scorciatoie. Chi vuole migliorare la propria posizione in graduatoria, chi vuole inserirsi in una nuova graduatoria, basta che si rivolge a questi nuovi esperti, e in pochi secondi il gioco è fatto. Si troveranno in graduatoria magari con la laurea a cui aspiravano e i servizi nelle scuole più prestigiose. Non è difficile trovare questi nuovi esperti. Gravitano sempre attorno ai precari della scuola insieme con quelli che pubblicano a peso d’ oro ordinanze e modelli di domanda, con quelli che organizzano corsi di preparazione per ogni concorso, corsi per insegnanti di sostegno, master e perfezionamenti, con quelli che hanno uffici legali pronti a ogni tipo di ricorso, con quelli che fanno consulenze “personalizzate”. Insomma con quelli che spillano ai precari i soldi che non hanno. E chi è fortunato, dal primo settembre lavorerà a Torino come collaboratore scolastico, insieme con chi ha seguito tutta la trafila: tutti meridionali e sempre a circa novecento euro al mese. Non sono molti 900 euro e infatti gli esperti di “scorciatoie” sembra che stiano lavorando a un nuovo pacchetto per i loro clienti: pensione sociale più accompagnamento. Rende qualcosa in più ed evita gli spostamenti. Voglio dire che toglieranno questi intrusi dalle graduatorie, come è giusto che sia. Ma resteranno tutti i problemi delle graduatorie. E soprattutto tutti i problemi dei precari.

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