Il vero scopo del 7 in condotta

Franco Buccino

La scuola, si sa, è un ottimo tema di divagazioni estive, sotto l’ ombrellone e sui giornali. La novità di quest’ anno è che le variazioni del tema le propone direttamente il ministro dell’ Istruzione. Due hanno affascinato molti: il grembiule e il sette in condotta; una lascia indifferenti i più: la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole. Assistiamo da tempo, impotenti, allo smantellamento del sistema dell’ istruzione, a tagli incredibili di risorse e personale, allo stravolgimento di curricoli e programmi. Con questa politica non si rinnova e non si recupera niente, altro che grembiuli e sette in condotta. Al posto di investimenti massicci per l’ istruzione, ci sono risparmi, solo nella scuola, nel prossimo triennio per otto miliardi di euro, il costo di una finanziaria. E il ministro Gelmini, all’ occorrenza, va giù più pesante di colei che la precedeva, la Moratti. L’ obbligo scolastico è la chiave di volta di un progetto per l’ istruzione. Tutti a scuola, in prospettiva, fino a diciotto anni significa una scuola plurale, flessibile, adeguata alle più svariate esigenze, a cominciare da quelle dei diversamente abili, significa personale qualificato, tante risorse e investimenti. Si capisce perché questo governo ce l’ ha come fumo negli occhi, e tenti di vanificarlo: il suo progetto è opposto. Si articola in quattro punti. Uno, già detto: tagliare drasticamente risorse e personale. Due: semplificare orari, programmi, materie di studio, ritorno al maestro unico alle elementari, eccetera. «Noi alle elementari uscivamo all’ una meno venti», ricorda un mio vecchio compagno di scuola, oggi ingegnere. Ma dimentica che dei 35 delle elementari arrivammo in 8 alle medie e 5 alla scuola di avviamento professionale, 9 alle superiori, 2 all’ università, io e lui. Sarebbe assurdo tornare agli anni ’50. Punto tre del programma del governo: rendere la scuola più seria. Corsi di recupero estivi, esami di riparazione serviranno a spostare definitivamente sugli studenti le responsabilità di modesti risultati. L’ anno successivo ai bocciati daremo un’ altra chance, e ci stupiremo che molti di loro con pervicacia accumuleranno i soliti debiti. Bocciare per il comportamento – questo e non altro è il significato del sette in condotta – dà la possibilità alla scuola di allontanare quanti le danno fastidio, quanti non permettono il regolare svolgimento delle attività, quanti sono di scandalo ai compagni. Anche se studiano. Per fortuna la maggioranza dei ragazzi cattivi, indisciplinati, non studiano neppure, e quindi non avremo scrupoli a fargli ripetere l’ anno, che spesso significa non vederli più. Tagliare risorse e personale, ridurre tempo scuola e attività didattiche, togliere dalla scuola quanti danno fastidio per scarso rendimento o per comportamenti censurabili. Cos’ altro rimane da fare? Quarto ed ultimo punto: riorganizzazione della scuola e del personale, con l’ obiettivo di creare una scuola di “regime”. Un argomento meno attraente ma, viste le intenzioni del governo, non meno drammatico.

FRANCO BUCCINO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *