IL “SILENZIO STAMPA” DEGLI ANZIANI CHE CORRONO ALL’ALBA

Franco Buccino
Gli anziani che corrono all’alba per le strade della città hanno deciso di non parlare più delle prossime elezioni amministrative di Napoli, né tra di loro né con gli altri. Una sorta di “silenzio stampa” allargato, come spiega una figura storica del gruppo.
Motivano questa loro scelta per i comportamenti, dissennati a loro dire, del Partito democratico, il partito della maggioranza di loro. Non hanno gradito la validazione a tutti i costi delle primarie, il modo in cui è stato messo da parte Bassolino, l’incapacità della vincitrice delle primarie e dell’ex-governatore di trovare una proposta unitaria per la guida della città, la determinazione dell’ex-sindaco a disimpegnarsi nella campagna elettorale, la presenza ingombrante di rappresentanti nazionali che oscurano più che sostenere i locali. C’era una discussione infinita tra loro che spesso degenerava: Renzi e Lettieri, Verdini e Valente, Bassolino e San Giovanni. Su una cosa erano e sono tutti d’accordo: l’unico partito che unito poteva stravincere consegna la città a Lettieri e De Magistris.
Due attori che interpretano il ruolo di protagonisti nello scenario politico, il primo la destra, il secondo la sinistra: ma potrebbero tranquillamente scambiarsi i ruoli. Sono entrambi attenti all’immagine, all’apparenza, al consenso, alla comunicazione. Pensano di parlare alla pancia della città. Uno dall’alto dei suoi megamanifesti sapientemente abbinati tra i contenuti e i quartieri in cui vengono affissi, l’altro più affabulatore: delibere roboanti senza effetti e poi eventi su eventi, chiacchiere e pizza a volontà. Dal ballottaggio rimarranno fuori, oltre il Pd, anche i Cinquestelle perché arrivano in città a dire cose che i napoletani conoscono da secoli: la protesta, la partecipazione, il movimento. È come andare a parlare di sistemi e programmi informatici alla Microsoft, o… di corda in casa dell’impiccato. Alla fine se la vedranno Lettieri e De Magistris. “E in tanti, il 5 e il 19, andremo a votare, senza neanche turarci il naso perché alla puzza siamo abituati” conclude il loro portavoce.
E di che parlate ora nelle vostre corse mattutine? Continuano, dice, a parlare di cose effimere e banali. Parlano delle persone che osservano. Di recente gruppi di turisti giapponesi affollano a prima mattina il lungomare. Alcuni in tenuta sportiva fanno finta di fare corse e flessioni mentre gli amici li fotografano, con alle spalle il Vesuvio e il golfo più bello del mondo. Un po’ come i due candidati in pole position. Oppure parlano dello stato degli edifici: spicca sempre nei discorsi il palazzo alla Riviera di Chiaia, con la parte crollata, eliminata e squadrata, vicino alla nuova stazione della linea tranviaria veloce, inaugurata di recente, ma senza tram. Palazzo e stazione, entrambi tragici emblemi della città.
Soprattutto discutono e aggiornano la classifica di chi occupa in modo più scientifico ed eclatante il suolo pubblico. Si contendono il primo posto della loro classifica due esercizi pubblici tra piazza San Ferdinando e piazza Carità. Uno con un gazebo a T ha praticamente sigillato l’ingresso alla funicolare e a un teatro. Con i tendoni laterali abbassati i corridori sono costretti, all’alba, a scendere dal marciapiede sulla strada per passare. Poi, per fortuna, li tirano su come sartie di un veliero gli immigrati che forse lì sotto trascorrono la notte. L’altro, tra le vetrinette espositrici ai lati dell’ingresso, il gazebo, le fioriere e un segnale stradale, lascia passare le persone in fila indiana su un marciapiede largo almeno dieci metri. Tra i due esercizi pubblici, lungo via Toledo, si trovano la sede del Pd di Napoli e un ufficio, pare, del sindaco De Magistris.
Com’è difficile in questa città la consegna del silenzio!

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