LA CULTURA ANTIMERIDIONALE

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli, 15 aprile 2021

Si fa presto a dire polveriera Campania, sono facili e scontati gli inviti a non farla esplodere.

Con molta ipocrisia, per la verità, soprattutto da parte di quelli che hanno la maggiore responsabilità nell’accumulo di strumenti esplosivi sotto i nostri piedi, peggio dell’unico accumulo di magma dal Vesuvio, a Ischia, ai Campi Flegrei. E che ora vogliono che non succeda l’irreparabile: non si capisce se si preoccupano degli abitanti che saltano in aria o delle loro enormi responsabilità agli occhi del mondo intero.

Io penso che è una buona occasione per ribellarsi e per denunciare trascuratezze, omissioni, interventi sbagliati, di cui continuiamo ad essere vittime. E non mi interessa che a minacciare ci sia il nostro governatore, che non brilla per pacatezza ed equilibrio: anzi mi fa piacere. Deve essere preso sul serio, come chi minaccia di buttarsi giù o di fare una strage. Bisogna rispondere finalmente a soprusi, soverchierie, aria di sufficienza, pregiudizi, egoismi, abusi. Che cosa non abbiamo dovuto e non dobbiamo sopportare! I vaccini in meno, rispetto al parametro abitanti, è solo l’ultima cosciente cattiveria da parte chi pensa di poterselo permettere, e neanche delle peggiori.

Sono stato testimone per tanti anni della trascuratezza dello Stato, dei governi, verso la scuola pubblica di Napoli e della Campania. Di come, con una furbizia negli occhi, hanno pensato di darci il dieci per cento degli organici, per sentirsi a posto con la coscienza. E non il dieci per cento dei tempi pieni, delle palestre e dei laboratori, delle mense, delle attività integrative. Il dieci per cento di tutto, che ci permettesse di lasciare qualche primato negativo e qualche maglia nera. E quei sorrisetti odiosi per i nostri cento e lode agli esami di maturità. E questo vale non solo per la scuola, ma per tutto.

Per la sanità, per esempio. Per tanti anni siamo stati penalizzati per essere una popolazione giovane, mentre i soldi andavano alle regioni del Nord più “attempate”. E così hanno costruito più ospedali, con tante eccellenze, dove abbiamo portato, con i viaggi della speranza, i nostri malati e i nostri soldi. E i loro pregiudizi non hanno avuto e non hanno limiti, fino ai titoli sulle pagine sportive del lunedì.

Si è radicata e si è diffusa una cultura antimeridionale, che nel migliore dei casi ci compatisce. E che alligna perfino tra noi, nella nostra classe politica. Certo abbiamo le nostre responsabilità, ma siamo soprattutto vittime. Lo pensavo quando facevo l’insegnante e poi il preside al Nord. Se quei ragazzi non avessero subito trovato lavoro, che ne sarebbe stato di loro? E se invece l’avessero trovato e lo trovassero i nostri figli e nipoti… E lo dico senza invidia.

Siamo prossimi alla rassegnazione totale. L’esperienza di questi anni, la crisi economica prima e la pandemia dopo, ci ha dimostrato come le differenze nel paese, tra classi sociali e tra territori, non solo non si riducono ma si acuiscono. La preoccupazione è che avvenga così anche per il futuro prossimo, con i soldi del recovery fund. Alcuni di noi rimpiangeranno la cassa integrazione e i “ristori”.

Stiamo su questa polveriera. E voi, anziché rimuovere gli ordigni, ci invitate alla calma e al buon senso?

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