Proposte per una nuova sinistra

Franco Buccino

(Repubblica ed. Napoli, 10 nov. 2022)

Bisogna stare bene attenti, di questi tempi, a non sparare a zero sul nuovo governo e sulle sue prime mosse. Non perché non lascino segnali inequivocabili, ma perché bisogna convincere la gente, le persone che hanno votato l’estrema destra. Convincerle che hanno sbagliato, ma soprattutto che non si è esaurito il loro ruolo con il voto.

Domenica scorsa, sulla piccola tribuna di un campo di calcio di provincia, ho sentito, tra tifo e confusione, questi due discorsi. Sui contanti: “Mi prendo i contanti che voglio, sono soldi miei. Piuttosto desse conto lo stato di come spende i nostri soldi, tra mazzette, imbrogli e ritardi”. Sulla giustizia: “E’ finita la pacchia, come dice Salvini. In carcere devono marcire”. Entrambi con la stessa conclusione: “Ci aspettiamo grandi cose da questo governo”. Metteteci che insultavano pure, pesantemente e gratuitamente, l’arbitro. La mia contrarietà non poteva essere più completa. Eppure mi è venuto da pensare che a queste conclusioni ci sono arrivate, le persone. Ne hanno viste troppe per non considerare che con contanti vistosi si riciclano, quasi legalmente, soldi sporchi e si ingrossa l’evasione fiscale. O che il carcere senza riabilitazione può portare alla disperazione, come dimostra il triste primato, quest’anno, dei suicidi in carcere.

C’è una cultura, una mentalità dell’estrema destra che incontra il favore della gente. E che non coincide con l’illegalità, ovviamente: quelli di prima erano solo esempi. Altro che il partito fascista, quello dei nostalgici, delle disposizioni transitorie della Costituzione, non prese in considerazione nei settant’anni passati, figuriamoci oggi! Il problema non è neanche vedere se il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, parteciperà alla prossima festa del 25 Aprile, l’anniversario della liberazione dal nazifascismo, lui, un nostalgico che ha eretto in casa sua un altarino a Mussolini. Il Duce.

Invece la sinistra, sì, è da ricostruire. Con i suoi valori, che sono opposti certo a quelli della destra, ma sono diversi e opposti anche a tanti di quelli diffusi, come l’individualismo, l’egoismo, la tiepidezza verso l’universalità dei diritti, verso l’accoglienza, verso la parità di genere effettiva, verso la salute della Terra. Una sinistra fatta di persone disponibili, impegnate sui temi sociali, sulla convivenza pacifica, animatrici della cittadinanza attiva, a cominciare dal proprio contesto territoriale. Una sinistra che si faccia carico di avviare con le persone una rivoluzione culturale che smonti l’ideologia che certo è fascista, ma che va ben oltre un’esperienza storica e oltre la, senza offesa, modesta classe politica che la sostiene e propugna.

Programmi chiari e azioni concrete per la sinistra da rifondare. Senza una riscoperta di comodo dell’antifascismo. Neanche noi abbiamo il diritto di strumentalizzarlo. Chi partecipa alle manifestazioni del 25 aprile? A piazza Carità ci sono più militari e forze dell’ordine che cittadini: ci guardiamo, i compagni, in modo circospetto, come se stessimo a una manifestazione non autorizzata!

E non dobbiamo sottrarci neanche al confronto politico con la destra, l’estrema destra al potere. Io, per esempio, dopo il totale, iniziale disorientamento, come tutti, per la nuova denominazione del ministero dell’Istruzione e del merito, mi sono convinto che si può accettare la spiegazione della premier Meloni: non tutti allo stesso risultato, ma a tutti le stesse opportunità. Tempo scuola, palestre e laboratori, organico adeguato, esperienze serie e sicure di alternanza scuola lavoro, inserimento e sostegno precoce ai disabili. Dappertutto, perfino al Sud; a tutti, perfino agli immigrati, nostri “futuri” concittadini. Educazione degli adulti, perché anche agli adulti e agli anziani bisogna dare le stesse opportunità. Mi sembra una sfida che si può accettare con questo governo e con i prossimi che verranno.

Infine per la gestione di questa fase difficile, per il confronto e per le proposte, inviterei la sinistra, ma tutte le forze politiche, a tenere in grande considerazione gli esponenti del Terzo Settore, i volontari, le persone che dedicano parte del loro tempo agli altri, che esercitano la cittadinanza attiva, che possono rappresentare istanze sociali e bisogni, materiali e non, dei cittadini per realizzarsi.

Convinciamoci: in questa fase che si è avviata non siamo solo spettatori.

8Giovanna Minichiello, Filomena Lemmo e altri 6

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