Nuovo Pd, ma senza processi di piazza

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli, 6 ottobre 2022

Ricordate Fedro? Il leone vecchio, debilitato, morente, rassegnato: altri animali ne approfittano per vendicarsi perché li ha sempre dominati. Ma quando arriva, perfino, un asino che con lo zoccolo gli spacca la fronte, spirando esclama: colpito da te, mi sembra di morire due volte.

Riferita la favoletta al Pd e ai suoi detrattori, vicini e lontani, si può dire che non sono mancati gli asini, prima, durante e dopo le elezioni. Ma il leone non è morto, e non è neanche morente!

Il centrosinistra ha perso le elezioni e il centro destra le ha vinte. Il Pd ha avuto oltre cinque milioni di voti alla Camera e altrettanti al Senato. Ha circa il 75% dei voti destinati alla sinistra. Ha ottenuto, qualche decimale in più, la stessa percentuale del 2018.

Allora ci fu l’exploit dei 5Stelle, ora dell’estrema destra, che ha il 60% dei voti dell’intero centrodestra. Non è certo, il Pd, un partito morente, da azzerare, rifondare. Almeno non per i milioni di elettori che lo votano: i tre quarti dell’elettorato di sinistra.

Dovrebbero avere un po’ di senso della misura in più quelli che continuamente lo denigrano, lo sbeffeggiano, lo insultano. Potrebbero provare a interessarsi un po’ degli altri raggruppamenti, vecchi e nuovi, ai quali hanno aderito.

Preoccuparsi di che fine fa il loro voto, quanti, con sofferenza o con baldanza, l’hanno negato al Pd e perfino ad altri partiti di sinistra.

Liberarsi una buona volta di quel complesso che li affligge da anni, quella tendenza a stargli sempre intorno, a non poterne fare a meno: sia pure per dargli addosso.

A fare un po’ da parassiti, detto senza offesa. Basta con questo accanimento!

Non ultimo, questo comportamento dei detrattori obbliga alcuni di noi, che aderiamo consapevolmente al Pd, a essere fin troppo cauti nell’esprimere, quando serve, dubbi, critiche, giudizi negativi sull’operato dei dirigenti. È come se fornissimo elementi a carico in processi di piazza: questo temiamo.

Avremmo tante cose da dire, a cominciare da come è gestito il partito nella nostra regione, come si scelgono i candidati alle elezioni, e tante altre.

Su una però vorrei soffermarmi. Letta non doveva anticipare che non si ricandida al prossimo congresso. L’avrà pure detto per assumersi la responsabilità di questa vittoria elettorale dell’estrema destra, forse anche per non essere un peso rispetto a un futuro auspicabile rinnovamento.

L’effetto del suo annuncio è stato disastroso. È come se avesse ammesso una sconfitta oltre le reali dimensioni. È come se avesse lasciato campo libero a lotte fratricide per la successione e non a un programma, a una linea politica più chiaramente di sinistra.

Che è quello che oggi ci richiedono i nostri elettori e una parte di quelli che si sono disaffezionati. Infine, con questa dichiarazione, è come se avesse contribuito a dar fiato, argomenti e ragione ai denigratori del partito.

Mi auguro che, nonostante tutto, ci si avvii con determinazione al congresso. Innanzitutto, aprendo le porte a nuovi e vecchi iscritti, senza operazioni dei soliti signori delle tessere; poi procedendo a un progressivo, costante, rinnovo del gruppo dirigente, in cui si ritrovino nuove leve ma anche anziani desiderosi di dare una mano in modo disinteressato.

Mi auguro che si riaprano le sezioni, che gruppi di militanti stiano per le strade e le piazze, in mezzo alla gente: non solo funzionari o aspiranti a carriere politiche, ma cittadini tra i cittadini. Che partito e sindacato, senza antichi rapporti gerarchici, ritrovino terreni comuni di collaborazione e di iniziative.

Confesso che anch’io ho pensato fino a qualche anno fa che la famosa fusione fosse sbagliata. Tra l’altro se ne andarono da destra e da sinistra. Ma ora sarebbe fuori tempo massimo e, forse, fuori dalla storia. Noi siamo rimasti in questa nuova formazione (e nello stesso sindacato), altri no. Qualcuno ha scelto perfino partiti che non sono di sinistra. La smettesse, almeno, di inveire o anche di dare consigli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *