Fermate chi lucra sul bisogno dei giovani

Repubblica — 01 agosto 2000   pagina 1   sezione: NAPOLI

I concorsi a Napoli sono stati truccati? Nessuna sorpresa. Di sicuro sono un «affare»: preparazione a suon di milioni, anche da parte di commissari, organizzazione scientifica di segnalazioni e raccomandazioni, magari nascoste nell’apparente magnanimità delle commissioni che danno voti alti a tutti. E ancora, voci di regali per «disobbligarsi». Molti candidati si sono rivolti a noi. Gli abbiamo risposto, e continuiamo a ripetere a quanti si sono trovati in situazioni simili, di chiedere copia del compito e dei criteri di valutazione. In casi sospetti, poi, raccomandiamo di rivolgersi direttamente alla magistratura, che sappiamo, è già a lavoro su questo fronte. Agli inquirenti, se dovessero continuare o riprendere indagini, consigliamo invece di interessarsi, tra gli altri, di quelle persone, enti, associazioni che gravitano intorno alla scuola e lucrano sul bisogno di lavoro dei giovani con molteplici attività: dagli antichi diplomifici ai più recenti «corsi di specializzazione per insegnanti di sostegno». Non mi meraviglierei se si fossero lanciati, come i loro colleghi di Latina, anche in questo affare. Le graduatorie dei concorsi, e lo scandalo che sta emergendo, sono solo una delle emergenze che annunciano il prossimo anno scolastico, dominato dall’introduzione del piano di dimensionamento della rete scolastica, che in Campania rischia di essere una mera distribuzione di scuole sul territorio. Non si raccorda al sistema regionale di formazione e istruzione per il semplice motivo che tale sistema non esiste, così come non esistono ambiti territoriali e/o funzionali nei quali le scuole avrebbero dovuto inserirsi. A diverse scuole del piano manca perfino il requisito essenziale dell’autonomia: il numero di alunni. È interessante la volontà espressa dal governo regionale di monitorare le scuole e modificare il piano nel corso del primo anno di attuazione, sperando che non tornino alla carica «campanili» e gruppi di pressione. Si è detto giustamente che il piano non riguarda solo il numero delle scuole, ma la qualità dell’istruzione; ora è il momento che gli «autori» del piano mantengano i loro impegni. *segretario Cgilscuola Napoli – FRANCO BUCCINO*

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