La corsa a iscriversi al liceo scientifico

Franco Buccino Cgil scuola Napoli

Repubblica ed. Napoli, 9 marzo 2006

Da settimane diverse centinaia di alunni vagano per Napoli e per la Campania alla ricerca di un posto in un liceo scientifico. E non ne trovano, perché le domande di iscrizione a questo tipo di istituti hanno superato notevolmente il numero massimo che essi possono accogliere. Perché è successo questo? Perché l’ improvvido ministro Moratti, del tutto incurante degli effetti dei suoi slogan e spot, ha detto che dopo le medie ci saranno due canali, quello dei licei e quello dell’ istruzione e della formazione professionale. Molti genitori hanno avuto il torto di prenderla sul serio, da subito. Se ci sono due livelli d’ istruzione, quello che conta e quello che non conta, per i nostri figli, cascasse il mondo, scegliamo il primo. E così prestigiosi e validi istituti tecnici e professionali hanno visto un calo delle iscrizioni, a nulla è valso il tentativo di alcuni di essi di riciclarsi come liceo tecnologico; il glorioso liceo classico ha tenuto; il resto degli alunni hanno chiesto lo scientifico. Come finirà? In altri momenti si sarebbe tentato di salvaguardare la consistenza degli attuali istituti superiori e, per quanto possibile, dei loro organici attraverso la costituzione di nuove sezioni di “scientifico” al loro interno. Oggi, complici il 9 aprile e il 28 maggio, si troverà il modo di gonfiare gli attuali licei scientifici per accontentare tutti. La prima soluzione, interessante in tema di integrazione tra i singoli indirizzi e di autonomia scolastica, nell’ attuazione pratica non sarebbe stata il massimo: abbiamo già istituti tecnici e professionali con sezioni proprio di scientifico nei quali studenti e insegnanti dei due pezzi vivono separati in casa, in cui perfino il ricevimento dei genitori avviene in modi, giorni e ore diverse, e continuano a chiamarsi “liceo” e “professionale”. E però la soluzione che probabilmente prevarrà è ancora più pericolosa. Aumentare in modo incontrollato le classi degli attuali scientifici significa condannare tali istituti a una perenne fame di spazi e a un sempre incombente rischio di doppio turno, a una incredibile mobilità di personale alla faccia della continuità, all’ assenza di laboratori, biblioteche e palestre.

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