La scuola contagiata

Franco Buccino

L’esame di terza media non ha il peso dell’esame di maturità (né ce l’hanno gli studenti delle medie e le loro famiglie). E quindi in buona sostanza “salta”, nonostante l’”elaborazione” di una tesina.

Per la maturità, stante l’impossibilità e forse anche l’inutilità e i rischi di un rientro, ci sarà un unico colloquio online.

Per il resto tutti rimandati a settembre, alunni e scuola. A settembre, dal primo (?), recuperi e lezioni online obbligatorie fino a raggiungere il regime ordinario.

Vuoi vedere che non interesserà gli alunni che già da ora non seguono lezioni a distanza, proprio quelli che già studiavano poco, ripetenti e prossimi alla dispersione? Sembrano gli anziani alla mercé del coronavirus.

Non stiamo garantendo il diritto allo studio a tanti ragazzi, né lo garantiremo. Veramente pensiamo, avendo stanziato soldi per l’acquisto di pc e tablet, di stare a posto con la coscienza? Chissà quando arriveranno nelle case degli studenti giusti. Poi magari si scoprirà che manca internet… Ma allora?

Né le cose vanno meglio per i precari della scuola. Quella categoria che si prende grandi elogi perché rende possibile lo svolgimento dell’anno scolastico, anche se come tappabuchi. Se l’ignoranza fosse paragonabile al Coronavirus, sarebbero gli eroi dell’istruzione. Ma poi la stessa categoria viene guardata con sospetto e con sufficienza se rivendica la stabilizzazione, se vuole passare di ruolo. Senza concorso? Con quale preparazione? ecc. ecc. E così l’incapacità di elaborare un sistema di reclutamento, efficace e rapido, continuano a pagarla loro.

Il Ministro ammette che non si riuscirà ad aggiornare le graduatorie d’istituto, deludendo in modo forte le aspettative dei precari. È lo stesso Ministro che incassa gli elogi per la formazione a distanza, e la rende obbligatoria per decreto. Con una certa indifferenza per quelli che rimangono fuori. E poi, rispetto a inadempienze tutte sue e del suo Ministero, pensa che sia sufficiente “scusarsi” con i precari per il mancato aggiornamento.

Dovremmo ammettere tutti, a cominciare dal Ministro, che non siamo in grado di assicurare il diritto allo studio, che ci assumiamo la grave responsabilità di allargare il fenomeno della dispersione scolastica, di non saper stabilizzare e utilizzare al meglio gli insegnanti e il personale che abbiamo. Con e senza coronavirus.

Per la ripartenza si richiede un mix equilibrato tra umiltà, consapevolezza e determinazione, oltre competenze e risorse.

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