LEZIONE DI FRANCESE

Franco Buccino

Mercoledì scorso, mentre scorrevo la rassegna stampa quotidiana, leggendo, un po’ deluso e annoiato, i soliti titoli, decisi di leggermi un quotidiano straniero. Francese naturalmente: la lingua studiata diversi decenni fa. Per vedere, insieme, se riuscivo a decifrare il testo e di cosa si occupasse.

Ebbene, sono stato davvero fortunato: la rassegna mi ha offerto Le Monde, che apriva la prima pagina con l’Italia. Cinque sintetiche notizie, che poi sviluppava in seconda pagina; non, come solitamente succede da noi, l’incipit di articoli presenti in altre pagine, ma una sintesi, o comunque pezzi di senso compiuto che stimolano il lettore a leggere poi i “pezzi”.

Titolo: “Italia, la minaccia di una vittoria dell’estrema destra”. Prima notizia: “Le elezioni anticipate di settembre promettent, promettono, una vittoria alla coalizione di destra e di estrema destra”. L’accento non è sulla destra, ma sull’estrema destra. E infatti nel secondo “occhiello” il giornale informa i lettori che “la principale forza motrice di questa alleanza è Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, erede (“héritier”), della formazione post-fascista, Alleanza nazionale”. E nel terzo il colpo di grazia: “la coalizione delle destre, accreditata dai sondaggi di un oltre il 45% per cento dei voti, a choisi de taire ses divergens, notamment sur l’Europe, jusqu’au scrutin, ha scelto di tacere le sue divergenze, in particolare sull’Europa, fino allo scrutinio”. Seguono le informazioni su Letta e il suo primo tentativo di unire la gauche che “non sarebbe durato più di una settimana”. E quelle sul Mouviment 5 etoile che per le numerose defezioni n’est plu que l’ombre de lui-meme.

Le Monde si preoccupa molto più di noi, e dei nostri giornali, dell’estrema destra che va al governo e del suo capo, la Meloni, che si prepara a diventare il primo ministro.

Il giornale francese ha scoperto il trucco della Destra: tacere sulle divergenze, almeno jusqu’au scrutin. Cosa avverrà dopo? Facile. Verranno tutti i nodi al pettine! E scopriremo che ci siamo cacciati in una bruttisima storia.

Io mi chiedo perché tutti quelli che sono seriamente preoccupati e temono questa deriva, non si comportino di conseguenza. Per esempio, gli organi di informazione: perché non stiano addosso alla destra e ai suoi esponenti, facendoli parlare, facendo uscir fuori le “divergenze”, i punti oscuri, i loro dubbi sulla democrazia e sulla nostra Costituzione. E perché non informino, in modo più adeguato, i lettori, distratti invece dalle vicende e dalle alleanze di Calenda, Renzi, Letta e ora perfino Fratoianni.

Ci rendiamo conto che siamo alla vigilia di un cambiamento epocale nel nostro Paese? Che gli eredi dei post-fascisti (a Napoli li abbiamo ben conosciuti) si apprestano a prendere nelle loro mani il governo, il potere?

E non è solo, evidentemente, un problema degli organi di informazione. È un problema innanzitutto delle stesse forze politiche di sinistra, di centro: che antepongono la loro sopravvivenza, e i risultati dei singoli, al bene del Paese. È un problema di tantissimi cittadini che, pure seriamente preoccupati, si stanno rassegnando a un esito elettorale che pare loro ormai scontato.

Io sono veramente disgustato dalle conversazioni sui social di esponenti di sinistra, dell’area di sinistra, che stanno sistematicamente scoraggiando chi li legge dal votare a sinistra. Tanti mediocri che pensano di capire come vanno le cose, che si esercitano puntigliosamente sui punti deboli che nel mondo della sinistra ci sono (e come!) senza rendersi conto che fanno il gioco della destra.

Non si presentassero questi personaggi alla prima grande manifestazione contro il fascismo, contro tutti i fascismi, in autunno. Non si mettessero in prima fila a difesa della Costituzione, sotto gli occhi delle telecamere, gli intellettuali e le intellettuali, che oggi non si vogliono sporcare le mani.

Noi, tutti quelli di sinistra, non dobbiamo aiutare la destra, soprattutto gli eredi del post-fascismo, a vincere le elezioni! Apriamo gli occhi!

Non sono esterofilo, tantomeno francofilo. Ma riconosco che Le Monde ha capito meglio di noi su che strada pericolosa ci stiamo avventurando.

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