Volontariato, la lezione dei giovani

Franco Buccino
Repubblica ed. Napoli, 16 giugno 2024

Trento, la capitale italiana ed europea del volontariato per il 2024, ha ospitato il 10 e 11 maggio il terzo Meeting dei presidenti dei Centri di servizio per il volontariato (CSV), presenti in tutti i territori. Ricambio generazionale, salute, spopolamento delle aree interne ed economia sociale sono i quattro temi alla base delle future programmazioni.
Ho partecipato all’evento in rappresentanza del Csv di Napoli e del suo presidente. Vorrei testimoniare che il tema più dibattuto ha riguardato giovani e volontariato. E non solo il ricambio generazionale, oggetto di un focus specifico, ma la presenza, il ruolo e il contributo dei giovani è stato il leitmotiv di tutti i gruppi. Anche perché molte delle esperienze e delle testimonianze, le hanno presentate loro.
Interessante l’approccio, del tutto nuovo, al tema dello spopolamento delle aree interne, sintetizzabile nello slogan “non come utilizzarle, ma come abitarle, come viverle”. O il protagonismo assoluto dei giovani nelle esperienze di economia sociale, nelle startup innovative a vocazione sociale.
Ma, per tornare al ricambio generazionale, un po’ tutti i Csv, e le associazioni presenti, hanno messo in risalto la difficoltà ad avere giovani volontari organici e strutturati nelle associazioni. O meglio, si è detto che c’è una partecipazione generosa, coraggiosa, numerosa nelle emergenze, ai limiti dell’intralcio alle operazioni di soccorso, ma poi c’è una diffusa indifferenza dei giovani alle “piccole” emergenze quotidiane.
Proprio partendo da queste considerazioni si è sviluppato un dibattito estremamente interessante. Sui luoghi colpiti da emergenze, i giovani volontari, che si presentano, o sono accolti e organizzati o trovano le transenne che gli sbarrano la strada. Il discorso si sposta allora sulla comunicazione e poi sulla formazione.
La comunicazione nelle emergenze è fondamentale: non c’è bisogno di spendere parole. Ma immaginiamo che giornali e mass media facciano conoscere quanti anziani o disabili non autosufficienti vivano in case senza ascensori: come potrebbe essere utile andare a trovarli, fargli la spesa. Magari nella nostra città, nel nostro quartiere, nel nostro palazzo. Immaginiamo che facciano conoscere buone pratiche e attività delle associazioni.
E poi la formazione dei volontari, l’informazione, la possibilità di far conoscere tante opportunità nell’ambito del Terzo Settore. Con il contributo importante delle scuole e delle università.
Informazione e formazione dei volontari è uno dei compiti specifici dei CSV, dirette a tutti, in primo luogo ai giovani e ai ragazzi. Qualcuno potrebbe pensare che i Centri di servizi del Sud stiano indietro, come al solito. E invece in questo ambito il Csv di Napoli eccelle a livello nazionale!
Il 30 e 31 maggio scorsi, nel complesso di Monte Sant’Angelo della Federico II, si è svolto l’evento del Csv di Napoli, denominato “Volontariato, scuola e beni comuni”. Due giorni tesi a promuovere l’agire volontario e l’interazione per il bene comune, con una particolare attenzione ai giovani. Sono stati presentati ben tre progetti del Csv di Napoli, realizzati nell’anno sociale, a cui hanno partecipato più di 1200 studenti delle scuole di Napoli e dell’area metropolitana: “Scuola e volontariato”, “Giovani Redattori” e “Le uChronicles E-Vol”.
Il primo, che si svolge già da diversi anni, ha visto l’adesione di una o più classi di 54 scuole di primo e secondo grado. Le classi sono state collegate a un’associazione di volontariato del territorio, con un tutor del Csv che ha fatto da collegamento. L’esperienza di volontariato che hanno fatto insieme all’associazione, l’hanno raccontata con un video e testimonianze dirette nella due giorni. Il secondo, “Giovani Redattori”, realizzato insieme da web-radio e dal Csv, è stato un percorso che attraverso l’utilizzo della tecnologia digitale ha inteso favorire la partecipazione dei giovani alla comunicazione sociale. Infine il terzo, “Le uChronicles E-Vol”, è il nuovo progetto di apprendimento collaborativo territoriale. Si tratta di un’iniziativa di valorizzazione della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva.
Una due giorni indimenticabile, più degli altri anni, utile alla formazione di ragazzi, giovani, adulti; di dirigenti e semplici associati; di insegnanti e studenti. In un luogo magico, la Federico II, che il 5 giugno compie 800 anni. Non la più antica del mondo. La precedono Bologna, Oxford e Cambridge, ma tutte Università private, mentre l’Università federiciana è la prima Università pubblica al mondo: senza distinzioni sociali, di etnia o religione. Da ottocento anni!

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