Franco Buccino
Repubblica ed. Napoli, 28 maggio 2024
È spuntato il decreto-legge “preelettorale”. Parte sostanziosa del decreto è quella relativa alla scuola. Si capisce il perché: la scuola con le sue componenti può far vincere o perdere le elezioni.
Sulla scuola il decreto-legge prevede, in estrema sintesi: potenziamento linguistico per studenti stranieri, novità sulla specializzazione per insegnanti di sostegno, nuova valutazione dei dirigenti scolastici. Un decreto-legge per annunciare provvedimenti che si attuerebbero nei prossimi anni. Di urgente c’è solo l’annuncio!
Anche questa volta, al governo, “si sono superati”: il ministro Valditara, nella foga di far apparire inclusiva la nostra scuola, nella sua dichiarazione, la fa diventare “costituzionale”. Ricordate le nostre “scuole della Costituzione”? Chissà quale Costituzione ha in mente l’attuale maggioranza.
A regime avremmo non più del venti per cento di stranieri nelle classi, che di pomeriggio si troverebbero con un insegnante per stranieri. Incredibile questa separatezza alla faccia dell’inclusione e forse anche di qualunque didattica di L1 e L2… Per fortuna avremo prima alunni stranieri nati in Italia, figli di genitori stranieri nati in Italia!
Non meno pericolosi i provvedimenti annunciati sul sostegno agli alunni disabili. Il ministro propone l’opportunità generalizzata, praticamente per tutti, di conseguire il titolo di sostegno. Affidando i corsi non solo alle università pubbliche e private, che gestiscono l’attuale mercato, ma all’Indire, ente pubblico di ricerca e formazione, che in verità non potrebbe rilasciare i titoli. Una sorta di doppio canale: i tfa normali all’università, corsi Indire “riservati” e abbreviati per chi ha anni di servizio sul sostegno e, miracolo del decreto preelettorale, anche per quelli che hanno conseguito il titolo all’estero. Ancora più delicata e rischiosa la nuova norma nel decreto, che prevede la possibilità di ottenere, a richiesta del genitore, la conferma del supplente di sostegno. Ci prepariamo alla chiamata diretta degli insegnanti. Il decreto, e quindi il ministro, si guarda bene dal dire che la stragrande maggioranza dei posti di sostegno sono in organico di fatto, e cioè che durano un anno, in seguito a sentenze dei Tar. A regime avremo solo più precariato, richieste di sanatorie, spostamenti territoriali di docenti, meno continuità didattica.
Una terza parte riguarda i dirigenti scolastici. Che non sono molti, ma possono sempre “orientare” i propri docenti. Allora il decreto prevede per loro la valutazione, o meglio un nuovo modello mirante a valutare le performance individuali per una più congrua retribuzione di risultato. Proprio come si dice da venticinque anni: dal 2000, quando passammo da presidi a dirigenti scolastici… Un contentino finale per i dirigenti fuori regione: per la loro mobilità 25-26 il 100% dei posti disponibili. Aumenteranno, nei concorsi, i posti disponibili al centronord: la permanenza dei nuovi sarà più lunga, come per i docenti.
È incredibile come per provvedimenti demagogici, pericolosi, controproducenti, ricorrano impunemente a un decreto-legge.
Non fanno gli interessi delle scuole, non rispondono alle loro esigenze. Le scuole hanno bisogno di risorse per progettare in autonomia e mettere a disposizione degli alunni un’offerta formativa adeguata. Hanno bisogno di più organici e più tempo scuola, spazi, laboratori e palestre, di misure strutturali, non solo progetti, tanto meno annunci.
Non fanno gli interessi soprattutto delle scuole del Mezzogiorno.