Franco Buccino
Il pacchetto “voto in condotta” è stato archiviato troppo presto. E quel che è peggio è stato messo da parte un po’ da tutti: da favorevoli e da contrari. I primi non vogliono sembrare repressivi, antiquati, un po’ “fascisti”, non si sentono ben rappresentati dal Ministro. I secondi
temono di passare per “permissivi”, sono contrari un po’ per principio, ma “i ragazzi esagerano e qualche lezione ci vuole”.
E così, nell’indifferenza generale, si mettono in discussione principi pedagogici universalmente condivisi e consolidati nell’esperienza didattica di generazioni di insegnanti. E si propongono soluzioni e modelli discutibili, anacronistici, pericolosi e, soprattutto, controproducenti.
Il perno principale del provvedimento è il voto in condotta. Che in teoria avrebbe tutte le potenzialità delle “note di qualifica” universali, ma in pratica, come succede in tanti settori, diventa uno strumento di governo, di gestione, di potere.
E allora basta con i “giudizi” articolati, i tentativi di spiegare i comportamenti analizzando i contesti degli
alunni; basta con i giudizi personalizzati (e come dovrebbero essere?). Torniamo ai voti numerici, allargando la vecchia terna: otto standard, sette negativo, nove meritevole. E allora con cinque sei bocciato (senza appello), con sei vieni rimandato a settembre e ti prepari un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale. E per avere tutti i bonus all’esame di maturità e
raggiungere il cento e lode, in condotta devi avere almeno nove.
Diabolico! Verrebbe da chiedersi dove li ha trovati il Ministro i pedagogisti e gli uomini di scuola che hanno elaborato
questa tabella, questo gioco dell’oca.
Aggiungiamo per completezza l’istituto dell’”allontanamento dalla scuola” con le due varianti: il sospeso approfondisce a scuola le conseguenze del suo comportamento o, se la sospensione è su più giorni, viene impiegato in attività presso strutture convenzionate. Esiste il Runts, l’elenco delle
associazioni di Terzo Settore”, ma l’elenco, a scanso di equivoci, lo predispone l’Amministrazione
scolastica. Ci sono una serie di altre novità, non particolarmente rilevanti. Classi a metodo Montessori, Agazzi e Pizzigoni, con pochissime risorse, ovviamente.
E per concludere, in caso di danni da parte degli studenti durante le “occupazioni”, oltre le condanne penali con relativi risarcimenti, sono previste multe da 500 a 10000 euro. Per la prima
volta un Ministro dell’Istruzione fa le multe agli studenti.
E tutto questo, secondo le idee del Ministro, rappresenta “misure a tutela dell’autorevolezza e del decoro delle istituzioni e del personale scolastico”.
Per fortuna, “al fine di ripristinare la cultura del rispetto, ecc. ecc..” c’è bisogno di modificare e integrare tutta una serie di regolamenti: ci vorranno mesi e mesi. E avremo la possibilità di ridiscutere, cambiare e cancellare il provvedimento su valutazione e voto in condotta. Perché è indubbio che si delinea un modello pedagogico che sanziona senza educare e si avalla un provvedimento del tutto inefficace per il recupero dell’autorevolezza del personale scolastico.
Gli studenti, siamo sicuri, protesteranno energicamente, richiameranno il valore delle scuole della Costituzione. Sempre che non vengano arrestati per via del decreto sicurezza. E sommersi dalle multe per i danni al regime. Noi saremo al loro fianco!