LE ISCRIZIONI ALLE SUPERIORI E IL MODELLO 4+2

Franco Buccino

Da una settimana sono scaduti i termini delle iscrizioni alle scuole per il prossimo anno. Si sono fatte on line per i ragazzi che intraprendono un nuovo ciclo di studi.

Le scuole si sono preparate bene all’appuntamento, e non è mancata una certa concorrenza tra loro. Com’è ovvio, soprattutto con il calo demografico, vistoso tra le nuove leve.

In questa sorta di competizione, che riguarda in particolare le “superiori”, le scuole secondarie di secondo grado, è entrato a gamba tesa nientemeno che il Mim, il Ministero dell’istruzione e del merito. E lo ha fatto rendendo note le richieste di autorizzazione da parte delle scuole superiori, soprattutto istituti professionali, ad istituire corsi 4+2. La filiera tecnologico-professionale, il modello sponsorizzato dal Ministro, che però crea molti dubbi e contrarietà tra gli addetti ai lavori.

Alcuni giornali addirittura hanno pubblicato la classifica delle richieste, che vede al primo posto la Campania, la regione più virtuosa e innamorata del modello di Valditara…

Un primo posto di cui, in tanti, non siamo per niente orgogliosi.

In premessa occorre chiarire che le scuole hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione a istituire questi corsi. Ma poi li attiveranno in base al numero di ragazzi, e relative famiglie, che li hanno scelti all’atto dell’iscrizione. E comunque il “rischio” che ne funzionino parecchi, è reale.

Perché parliamo di rischio?  Il consiglio di orientamento, alla fine delle medie, si è evoluto nel tempo, ma è rimasto sempre selettivo. Per i ragazzi in genere meno preparati, con più problemi, si partiva dal consigliare “l’inserimento nel mondo del lavoro”, poi “la frequenza di un corso di formazione professionale”, a salire “la frequenza di un istituto professionale, di un istituto tecnico, di un liceo”. Prima che li facessero diventare tutti ISIS, Istituti Secondari di Istruzione Superiore. Pensando di risolvere così il problema di dover offrire a tutti i ragazzi le stesse opportunità!

In realtà soprattutto nei professionali ci sono sempre stati i picchi di bocciature, di ripetenze, di abbandoni; nel primo biennio anche di evasione. E proprio per questi ragazzi è stata pensata “la filiera tecnico-professionale!

Ecco una breve descrizione del nuovo modello. Il richiamo forte sono i quattro anni, anziché cinque. Ma in questi quattro anni faranno i programmi dei cinque anni, saranno inseriti in “campus”, consorzi di scuole, università, imprese, ecc. ecc. I più bravi frequenteranno successivamente, per due anni, gli Its, l’equivalente delle Università.

Le imprese, le aziende, sono la vera novità della riforma: non solo presenti nell’esperienza scuola-lavoro, ma parte attiva nella progettazione e nell’attività didattica!

E tutto il governo, e la sua maggioranza, nella legge ultima di bilancio si è ricordata di finanziare i “campus” della filiera. Proprio in quella legge in cui si è dimenticata della povertà educativa.

Insomma: si abbandona, non si persegue più, l’obbligo scolastico e formativo per tutti a diciott’anni, si consegna la scuola pubblica, almeno in questo settore, in mano alle imprese e aziende, e soprattutto si consegnano loro i ragazzi più sfortunati, magari non “i nostri figli, per i quali abbiamo progetti e facciamo sacrifici…”.

Si rischia di essere crudeli nei confronti di questi ragazzini, ma ricordano proprio i bambini attirati dal Cocchiere sul carro verso il Paese dei balocchi.

In ultimo: perché in questa classifica, noi e altri del Sud siamo ai primi posti? Forse anche perché non abbiamo Formazioni Professionali Regionali degne di questo nome, oltre che per il miraggio di trovare subito il lavoro senza dover emigrare al Nord o all’estero.

In ogni caso le scuole, e i loro docenti, vigilino perché sia rispettata e attuata la parte formativa e di istruzione generale del modello, e non dimentichino di essere le uniche titolari dell’istruzione e della formazione dei loro allievi.

E con loro vigilino tutti i cittadini che credono nelle scuole della Costituzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *