Povertà educativa minorile, stop ai fondi

Su Repubblica ed. Napoli 16 gennaio 2025

Il caso
Povertà educativa minorile, stop ai fondi
diFranco Buccino
Dalla legge di bilancio, recentemente approvata, è scomparso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il fondo, che da otto anni viene alimentato anche da fondazioni di origine bancaria, è gestito da rappresentanti del governo, delle fondazioni (Acri), del Forum del Terzo Settore. Soggetto attuatore è l’impresa sociale “Con i bambini”, presieduta da Marco Rossi-Doria. Il fondo ha raccolto finora circa ottocento milioni, con il quale finanzia centinaia di progetti. Ma ora il futuro è incerto. La povertà educativa è stata riconosciuta in questi ultimi anni come la principale causa di insuccesso e abbandono scolastico e ha orientato, o dovrebbe orientare, diversamente gli interventi di contrasto ad essa e ai suoi effetti. La povertà educativa non è un fenomeno solo minorile, ma investe vasti strati della popolazione, soprattutto gli anziani. Sicuramente alla base c’è un profondo disagio sociale ed economico. E però il suo generale e vistoso aumento dimostra che non sono solo le difficoltà economiche a determinarla. Si diffondono sempre più modelli e stili di vita, individuali e familiari, nei quali non c’è posto per la cultura, per l’istruzione. Neanche per l’educazione, se per educazione vogliamo intendere solidarietà verso gli altri, apertura, inclusione, rispetto per le leggi, per l’ambiente. Tutti questi compiti, con molta ipocrisia, vengono affidati alla scuola. Non c’è dubbio che la scuola debba svolgere un ruolo importante e fondamentale nello sviluppoarmonico del ragazzo, del giovane. Ma lo svolge insieme agli altri soggetti: che stanno tutti fuori della scuola. La povertà educativa, che affligge tanti ragazzi che si presentano a scuola, finisce per metterla in crisi. La scuola diventa vittima della povertà educativa. Non ha risorse, strumenti e tempi per combatterla: e allora ne viene sopraffatta. I futuri genitori dovrebbero fare un corso di formazione per imparare a essere educatori dei figli, prepararsi a fargli fare esperienze culturali e formative. Utopia? Ma, se saltano la loro parte, tutto il resto del progetto educativo può essere inesorabilmente pregiudicato. Ma è soprattutto lo Stato,insieme a Regioni e enti locali, che deve fare la sua parte. Da troppi anni c’è una scarsa considerazione per la scuola, per l’istruzione. Magari il governo troverà il modo per rifinanziare il fondo sulla povertà educativa. Ma s’impegni pure a rivedere la sua pericolosa politica scolastica: che tende a dividere gli alunni per nascondere le differenze; a consegnare i più deboli, per la loro “formazione”, alle imprese; a incentrare l’educazione sul voto in condotta; a togliergli il diritto di manifestare e protestare in nome della “sicurezza”. © RIPRODUZIONERISERVATA

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