ANZIANITÀ MODELLO ‘ 68

FRANCO BUCCINO

Quelli che nel ‘ 68 avevano vent’ anni, oggi ne hanno sessanta e passa. E hanno tutta l’ intenzione e l’ ambizione di far diventare gli anziani i protagonisti del nostro tempo. Fin dall’ inizio della contestazione sono stati, sempre loro, i giovani contro ogni modello autoritario, i lavoratori per uno statuto di diritti definito e riconosciuto, i cittadini per la partecipazione democratica, gli abitanti del nostro pianeta per la sopravvivenza e più recentemente contro la guerra e contro alcuni effetti nefasti della globalizzazione. Oggi essi sono gli anziani che preparano piattaforme sulla terza età e i suoi diritti. Come se l’ innalzamento dell’ età media fosse già il risultato di una loro battaglia e iniziativa politica. Certo, sono un po’ velleitari e un po’ sognatori. Come sempre. E però li riportano coni piedi per terrai problemi, la crisi economicae gli acciacchi della nuova età. Pur ridimensionando il progetto, gli rimangono alcune certezze e punti fermi. Ma soprattutto ribadiscono con forza il principio che gli anziani sono un soggetto politico, devono partecipare all’ elaborazione delle politiche che riguardano loro e il territorio in cui vivono, e alle contrattazioni che ne discendono. È in nome di tale principio che, come non tutti sanno, nei sindacati importanti la categoria dei pensionatiè sempre più rilevante, per il contributo che dà all’ elaborazione del progetto complessivo, “confederale”. E, in particolare, è da tale principio che deriva l’ altro ancora più rivoluzionario nei suoi effetti: quello dell’ invecchiamento attivo. E cioè, un gran numero di anziani usciti dal mondo del lavoro e con una prospettiva di vita anche di un quarto di secolo, spesso in buona salute, istruiti e competenti, vogliono essere non solo i destinatari delle politiche sociali, ma i protagonisti, organizzatori e gestori di tali politiche. Anzi di più, offrono il loro tempo, l’ esperienza e la competenza a tutta la collettività. Dare anziché ricevere.
FRANCO BUCCINO

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