CHE COSA CHIEDERE AL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE

Franco Buccino

Sono quasi due mesi che l’Ufficio scolastico regionale è senza direttore.

Da quando Alberto Bottino è andato in pensione, continuando però a collaborare coni vertici del ministero. Sul ritardo nella nomina del nuovo direttore circolano varie versioni. Tutte riconducibili alla complessità e alla delicatezza dell’incarico di presiedere il sistema delle scuole campane e di succedere a una persona che tale sistema conosceva, dirigeva e orientava. Secondo le direttive della sua Amministrazione.

E l’Amministrazione scolastica ha sempre riconosciuto la competenza, l’impegno e soprattutto la fedeltà del suo dirigente. Per la verità, la competenza di Alberto Bottino hanno avuto modo di ammirarla e di servirsene, nel corso degli anni, tutti. Anche quando era un semplice funzionario e non aveva ancora raggiunto e superato quotati colleghi. Così come in tanti hanno avuto modo di apprezzare la sua dedizione al lavoro e il suo stakanovismo: in ufficio negli orari più assurdi, cellulare sempre acceso.

I più attenti sono rimasti colpiti dal fatto che è riuscito a far squadra con delle persone, competenti al di là del grado, che con lui hanno trascorso anche decine e decine di ore di seguito per portare a termine un compito. Da profondo conoscitore del sistema scolastico campano, è intervenuto con coraggio sulla distribuzione del personale tra i diversi territori, e ha fatto recuperare a Napoli qualche posizione rispetto alle altre province campane.

Ma Bottino è stato soprattutto fedele alla sua Amministrazione, compiendo e realizzando la missione che gli era stata affidata.

Per questo stesso motivo per cui l’Amministrazione gli ha riconosciuto il merito e in qualche modo lo ha premiato, noi presidi per anni l’abbiamo combattuto e sfidato con iniziative anche eclatanti, come la lunga occupazione della sua stanza. Perché gli anni di Bottino sono stati gli anni dei tagli agli organici del personale, gli anni della cosiddetta riforma Moratti, delle estemporanee e contraddittorie iniziative di Fioroni, degli incredibili provvedimenti della Gelmini. Tutte cose che hanno costretto e costringono le scuole della Campania a vivere al di sotto della soglia di povertà, a volte di assistenzialismo. Certo, le scelte sono state del governo, del ministero, non di Bottino. Ma Bottino, pur conoscendo e vivendo la drammaticità della situazione, non ha voluto, o forse potuto, interpretare e rappresentare i bisogni e le esigenze delle scuole fino alle estreme conseguenze, fino a opporsi alle decisioni dell’amministrazione centrale. Ha ritenuto, come i suoi colleghi, la direzione regionale una semplice appendice del superiore ministero. Non ha creduto veramente né nell’autonomia del sistema scolastico regionale né nell’autonomia delle scuole. Anzi ne ha orientatoe pilotato le richieste. Proprio nella direzione indicata dal ministero. Nonostante non abbia voluto, o potuto, svolgere un ruolo politico forte, spesso è rimasto impigliato nelle trame di potere intessute da forze politiche e sindacali locali, da stessi uomini delle istituzioni. Ha cercato di accontentare, venire incontro. Sono sicuro che centinaia e centinaia di persone che contano dovrebbero essergli in qualche modo riconoscenti, anche tra quelli che lo giudicano con severità o si sentono finalmente liberati. L’ultimo concorso a dirigente scolastico credo che compendi bene questi aspetti: il diritto messo in discussione, gli interessi, i ricorsi con gli uffici legali e con i sindacati, le sospensive con effetti o senza effetti, la discrezionalità. E lui, il direttore, a barcamenarsi, a compromettersi, a pendere da una parte o dall’altra, senza che ciò gli abbia impedito di essere attaccato da tutti. Alberto Bottino a Roma darà un contributo importante: ne sono sicuro. Liberato dalla necessità di inseguire quanti in nome della politica scolastica locale in realtà perseguono solo interessi di parte, meno invischiato in operazioni, come la gestione di un concorso, che da noi, in Campania, porta al quadruplicarsi del contenzioso e a soluzioni molto originali, sono sicuro che Bottino metterà a disposizione di tutta la scuola italiana la lunga esperienza e l’indiscutibile competenza acquisita proprio nella gestione del personale, che è uno dei punti critici per il funzionamento delle scuole. Spero che dal suo nuovo osservatorio possa contribuire a trovare qualche soluzione adeguata ai problemi che attanagliano le scuole campane, anche attraverso una ridistribuzione a livello nazionale delle già scarne risorse che ci penalizzi di meno.

Meglio di come ha potuto fare in qualità di direttore scolastico regionale. Mi auguro che il nuovo direttore sia competente, solerte e presente come il suo predecessore. Più autonomoe determinato di lui a far valere i diritti delle nostre scuole nei confronti dell’amministrazione centrale. Più intollerante nei confronti dei gestori di clientele, ci fosse pure tra loro qualche uomo delle istituzioni o dei sindacati. Ma soprattutto mi auguro, per lui e per noi, che cambi radicalmente il contesto delle politiche scolastiche nazionali nel quale agire. Altrimenti rischia di venire a fare il liquidatore, e non il direttore, del sistema regionale dell’istruzione pubblica.

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