Che cosa resta della scuola dopo la cura dimagrante

Franco Buccino

REPUBBLICA Ed. Napoli, 8/2/2011

COME si sa, le iscrizioni a scuola si fanno entro il 12 febbraio. Per tutte le scuole: infanzia, primo e secondo ciclo. Secondo il ministero non ci sono i rinvii e le incertezze degli anni scorsi: si sono superate le criticità riguardanti l’ applicazione della riforma. Dal suo punto di vista il ministero ha ragione: ha avviato un processo di “semplificazione” per cui a breve le iscrizioni si faranno d’ ufficio, perché i genitori non avranno più niente da scegliere. Cominciando dalla scuola dell’ infanzia. Con qualche ipocrisia l’ Amministrazione scolastica sottolinea proprio qui la “coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie al sistema scolastico nel suo complesso”. Ciò vuol dire che poco le interessa che molte private facciano mera assistenza e non attività formative programmate in questa fascia d’ età, ritenuta strategica per l’ apprendimento da tutti. Non intende investire in questo settore: mette troppe poche risorse per aprire nuove sezioni e un organico ridotto di insegnanti, sufficiente solo per un orario frontale senza spazio per proficue compresenze. E così tanta parte della nostra infanzia continuerà a frequentare scuole private dai nomi accattivanti – girandole, scoiattoli e qui quo qua – con inglese, ginnastica e danza a pagamento. a scuola primaria offre ben quattro modelli orario: 24, 27, 30 e 40 ore settimanali. I primi due sono sicuri, il terzo e il quarto si realizzano solo se c’ è l’ organico e se l’ ente locale fornisce “adeguati servizi”. Il tempo pieno, dove sopravvive, sarà la somma di due tempi normali, un insegnante la mattina e uno il pomeriggio. A ogni buon fine l’ Amministrazione determina l’ organico dell’ istituto come se tutte le classi funzionassero a 27 ore. E così c’ è spazio per ulteriori tagli di personale per il prossimo anno. Di contro, c’ è sempre meno spazio per moduli, compresenze e specialisti. L’ amministrazione abilita d’ufficio i suoi insegnanti, nel giro di poche settimane, a insegnare di tutto. E non abbandona l’ idea di avere anche tra gli insegnanti “normali” quelli che seguono gli alunni handicappati, e di fare così a meno degli insegnanti di sostegno. Tra l’ altro, quasi tutti precari. La scuola media rimarrà quasi così com’è, perché quello che doveva fare, il ministero l’ ha fatto tutto in una volta. Rimane solo sulla carta l’ orario settimanale di 36 o 40 ore, il vecchio tempo prolungato; per tutti ci sono le trenta ore. Non c’ è traccia nella presentazione del ministero di “cittadinanza e costituzione” e dell’ inglese potenziato, che dovevano essere le novità del settore. È presumibile che l’ impegno principale nella media sarà quello di preparare i ragazzi a superare il test dell’ Invalsi. E la chiamano ancora scuola dell’ obbligo. Le superiori saranno scelte dagli studenti secondo le classi sociali di appartenenza e soprattutto secondo il livello di preparazione raggiunto. I migliori al liceo, e a scendere fino al professionale e ai corsi di formazione professionale, ai quali si vuol dare dignità di scuola. Diversamente abili e immigrati, qualunque scuola sceglieranno, saranno sempre marginali. Niente di nuovo sotto il sole. Ma, soprattutto quanti scelgono tecnici e professionali, troveranno scuole più magre, meno ore di lezione, meno ore di laboratorio. Molti indirizzi sono unificati, fino a perdere la loro peculiarità. Tanto chi pensa che un ragazzo può lavorare con un diploma di scuola superiore. Poi c’ è l’ Università. In una scuola così “semplificata” si procede per selezione naturale, non è necessario avere insegnanti numerosi e neanche bravi. I genitori non si devono preoccupare tanto dell’ iscrizione dei figli nella scuola pubblica, quanto dell’ integrazione a cui devono provvedere di tasca propria. Si svilupperanno attività integrative a pagamento nelle scuole e fuori delle scuole. Forse qualche Comune misericordioso riscoprirà anche le vecchie Lac, libere attività complementari, per gli alunni più sfigati. E per gli studenti che voglio bypassare la scuola pubblica o paritaria che sia, che vogliono recuperare anni perduti, raggiungere artificialmente i risultati dei migliori con il portafogli di papà, ci saranno sempre i diplomifici di Poggiomarino e dintorni, che come l’ araba fenice risorgeranno dalle proprie ceneri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *