ASPETTANDO LE PRIMARIE
Franco Buccino

(Questa riflessione ho aspettato inutilmente di vederla pubblicata. La metto sui social per tanti motivi. Soprattutto perché ci tengo alla sinistra e al PD. Se sbaglio in valutazioni e analisi, sono pronto a fare ammenda…)

Aspettando le primarie
Franco Buccino
Bonaccini ha vinto in Campania, Schlein a Napoli. Ora aspettiamo le primarie. Senza troppe illusioni, per quel che mi riguarda. Perché?
Schlein ha vinto a Napoli per 17 voti di scarto. Se ripenso all’assemblea della mia sezione, che si trova nella sede provinciale e regionale del partito, delle modalità con cui si è svolta, dalla mancata presentazione dei candidati oltre la Schlein, della mancanza di dibattito, di qualche leggerezza procedurale, vi confesso che avevo pensato di fare ricorso, sicuro di recuperare ben più dei 17 voti. Ma poi ho pensato: ricorso contro chi? Contro ragazzi entusiasti della loro candidata, che aspettano aria pulita e rinnovamento, che già sono pronti a organizzarsi “alla vecchia maniera” per le primarie. Perché deluderli! Ma qualcuno dovrà dirglielo che mentre loro “combattono in prima linea”, c’è chi già si è accordato per dividersi la posta in gioco. E non solo le segreterie del partito a livello provinciale e regionale, ma, cosa ben più importante , lo spazio, i posti negli organismi del partito a livello territoriale e nazionale. La scelta pro Schlein è stata dettata secondo me da pura convenienza: Bonaccini vince le primarie, ma a Napoli e in Campania una buona affermazione della Schlein rende il nostro territorio una sorta di roccaforte di quella componente con una adeguata rappresentanza negli organismi e in future presenze nelle istituzioni. Vi sembra un’ipotesi cinica e spregiudicata? Ma non è già successo che i responsabili del partito, affidata la gestione del partito ai commissari, non hanno risposto dei vari insuccessi elettorali, anzi si sono salvati solo loro? Magari sono gli stessi che ora pretendono aria pulita, e illudono i ragazzi della sezione!
Farneticazioni di un vecchio compagno. Sì è vero. Per non essere preso sul serio sono pronto a dirvi come la penso. Innanzitutto non credo in quelli che nel partito, nel mio partito, entrano, escono, rientrano a loro piacimento. Citiamo spesso Enrico Berlinguer: lui l’avrebbe accettata una situazione del genere? È l’inizio della questione morale. Significa distruggere l’identità di un partito, condannarlo alla precarietà. Non ci sono discorsi o programmi, anche di sinistra, che tengano: non si è più credibili. Segretari del partito che lasciano il partito, danno vita a nuovi movimenti, ma poi si rialleano e magari danno un contributo per le primarie. Bisognerebbe rimettere le cose un po’ in ordine. In tanti ritroverebbero motivazioni per impegnarsi nelle sezioni, nei territori, diventerebbero loro una spina nel fianco per quelli che oggi allegramente e senza grandi sforzi gestiscono tessere, iscritti e voti, passaggi e spostamenti di alleanze.
Se non ci riappropriamo di questo partito, non per conto di altri, ma per conto nostro, la battaglia è persa in partenza. Ci dobbiamo credere e ci dobbiamo alleare. Non abbiamo tanto tempo. Incominciamo a sbugiardare quanti nel partito pensano di andar bene per tutte le stagioni. Quanti pensano con le primarie di darsi una nuova verginità. Quanti trovano soluzioni politiche alla gestione del partito senza crederci, già pensando e auspicando commissariamenti pietosi che coprono le responsabilità delle persone, le loro. Io credo nel cambiamento!

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