Franco Buccino
o spostamento delle iscrizioni nelle scuole da fine gennaio a fine febbraio è una brutta notizia. Intanto, il ritardo delle iscrizioni produce un effetto domino, che si ripercuote fino all’ inizio del prossimo anno scolastico e oltre. Saputi gli iscritti, si procede a una prima composizione numerica delle future classi, e su tale base si definiscono gli organici. Poi si passa ai trasferimenti del personale. Dopo gli aggiustamenti dell’ organico, che derivano da varie novità come alunni bocciati o variazione degli iscritti, si procede ad assegnazioni provvisorie e utilizzazioni di docenti e Ata, e infine alle nomine in ruolo, se mai se ne faranno ancora, e alle supplenze ai precari. Questo percorso, senza interruzioni, di norma comincia a febbraio e si conclude per la metà di settembre con la gran parte dei supplenti nominati. Nel prossimo anno scolastico il percorso si concluderà, nella migliore delle ipotesi, per la metà di ottobre, a lezioni abbondantemente iniziate. Ci saranno motivi molto importanti che hanno spinto al rinvio delle iscrizioni il ministro Gelmini e i suoi collaboratori. Il motivo ufficiale è l’ attesa dei regolamenti attuativi della legge 40 dello scorso anno e delle leggi 133 e 169 di quest’ anno. Da essi dovrebbero derivare “nuove opportunità educative e formative”: il tempo in più servirebbe alle scuole e a genitori e studenti per conoscerle e approfondirle. Altro che nuove opportunità. Con i regolamenti gli orari dei corsi di studio, per pochi rimarranno uguali, per tutti gli altri saranno ridotti; le materie e gli orari delle singole materie saranno decise senza alcun criterio, le classi di concorso allargate secondo le circostanze: a gennaio e a febbraio ci informeranno – come recita la circolare – ma non ci lasceranno entrare nel merito. Le classi saranno formate con più alunni. Si ridurrà il numero degli insegnanti e del personale Ata. Non saranno licenziati gli insegnanti, come ricorda Berlusconi, ma non sappiamo quanti dei circa duecentomila precari continueranno a lavorare. E la chiusura delle scuole improduttive è stata solo rinviata. Non ci vuole un mese in più per informare i genitori che i figli faranno 24 ore settimanali o 30, o che diminuiranno le ore di latino e aumenteranno quelle di inglese, o che si farà un’ ora di ginnastica come per religione. Non ci vuole un mese per informare i docenti sui nuovi quadri orari dei corsi di studio o sulle nuove classi di concorso. Ci vuole un mese per aspettare i regolamenti. I regolamenti sono indispensabili per cominciare da subito i risparmi e il salasso della scuola pubblica. Con un mese in più faranno classi più numerose, ridurranno l’ orario settimanale delle lezioni, si inventeranno dopo il maestro unico l’ insegnante unico dell’ area disciplinare, taglieranno supplenze di docenti e Ata. Quest’ obiettivo val bene il consegnare la scuola all’ incertezza e al caos. Avvilisce la spregiudicatezza di quelli che ci governano.