la scuola senza pace

(Un mio articolo su Repubblica di oggi avente per tema il dimensionamento della rete scolastica. Oggi l’analisi, a breve la seconda parte con le proposte.)

LA SCUOLA SENZA PACE
Franco Buccino
(Repubblica ed.Napoli, 8 giugno 2023)


In piena estate 2002 il Ministero della Pubblica Istruzione diffuse uno studio con allegato un elenco di 2000 scuole da chiudere perché “improduttive”, 206 in Campania. Erano al di sotto di 9,5 alunni per docente. Non importava che si trattasse, eventualmente, di istituti tecnici o professionali prestigiosi, di “eccellenza”, o magari di istituti sottodimensionati sì, ma collocati in contesti difficili dal punto di vista territoriale o sociale.
Era entrato in azione nel governo dell’epoca il duo Moratti Tremonti, il più micidiale nella storia dell’istruzione nel nostro paese: avevano elaborato una riforma nata per “tagliare”.
Con questo obiettivo, anche se per le proteste non si chiusero subito le 2000 scuole, si concretizzarono i piani regionali di dimensionamento della rete scolastica attraverso soppressioni, fusioni, aggregazioni. Solo negli ultimi dieci anni sono stati chiusi oltre 2600 istituti, diverse centinaia in Campania, soprattutto in provincia di Salerno.
Queste operazioni si sono fatte avendo come unico obiettivo quello di ottenere scuole di almeno 600 alunni. Senza un vero e proprio piano, ci si è trovati in un incredibile Far West. Sono scesi in campo comitati di genitori e di docenti, amministrazioni comunali. Con manifestazioni e, qualche volta, scontri; con ricorsi d’ogni tipo. Neanche con miglioramenti di locali, strutture e attrezzature, come pure ci si sarebbe potuto aspettare. Manco a dirlo, soprattutto al Sud.
E parliamo di circoli didattici, con sezioni elementari e dell’infanzia, e di scuole medie. Perché nelle secondarie di secondo grado, le superiori, si sviluppa un altro fenomeno: quello di accaparrarsi gli alunni. Proliferano “indirizzi di studio” in ogni scuola superiore, che perde così la sua identità. Senza dire che spesso gli indirizzi “impiantati” sono semplici sovrapposizioni all’indirizzo di base, con un numero di classi irrisorio, senza laboratori, e con insegnanti “trottole” più del solito.
Cambiano anche le denominazioni. Scuole dell’infanzia, elementari e medie diventano Istituto Comprensivo (IC), le secondarie da Liceo Scientifico, Istituto d’Arte, Istituto Professionale, ecc., con più indirizzi, diventano Istituto Superiore (IS). Verrebbe da chiedersi cosa comprendono queste sigle dei vari indirizzi e cosa conservano dell’istituto originario.
Ma, a fronte del drammatico problema della denatalità, equamente diffuso in tutto il paese, questo dimensionamento alla buona non solo non regge, ma scoppia.
Ci saremmo aspettati un progetto, più che un piano aritmetico; di adeguamento della rete scolastica ai bisogni formativi degli studenti e a quelli più generali della nostra società. E invece siamo ancora al “dimensionamento della rete”. Almeno così sembra, stando a un recente provvedimento del governo che prevede l’accorpamento di scuole con meno di 900 alunni!
Di primo acchito sembra una palese contraddizione portare la soglia del numero minimo di studenti da 600 a 900: con l’attuale curva di denatalità! A meno che non si ha in mente di continuare a tagliare l’istruzione. Valditara erede della Moratti? Mi rifiuto di crederlo. Penso più semplicemente che abbiano enormi difficoltà già solo a pensare, figuriamoci a realizzare, una rete scolastica al passo coi tempi!
In realtà il compito è arduo. D’altra parte c’è bisogno di un sistema scolastico efficiente anche per combattere la denatalità. Allora ci vuole il contributo di tutti per ricostruire un sistema adeguato.

Un pensiero riguardo “la scuola senza pace

  1. Caro Amico anche io abito in Vico Montesanto dal 2008 ed ho visto gli stessi cambiamenti che tu hai segnalato come tutti noi che abitiamo nel quartiere viviamo con disagio questi cambiamenti. Personalmente penso che il partito abbia da tempo perduto il rapporto con la gente del quartiere e ciò che dobbiamo sforzarci di fare è la realizzazione di una sezione territoriale per insegnare ai tanti giovani che oggi si stanno avvicinando al partito come si fa quella politica che ti avvicina al popolo così come ci ha indicato la nostra segreteria con modestia e capacità di ascoltare i bisogni della gente. Spero che con la buona volontà di tutti possiamo riuscirci.

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