VALDITARA, SETTE IN CONDOTTA

Franco Buccino

Prima che venga definitivamente archiviata la vicenda di Rovigo, della professoressa colpita da gommini di plastica sparati da uno studente con una pistola ad aria compressa, fornita da un compagno, è opportuno tornare sull’argomento, o meglio sugli sviluppi della vicenda. Non tanto per quanto riguarda i protagonisti. I genitori, che sostengono di aver chiesto scusa in più occasioni alla professoressa. La quale, dopo un primo accoglimento, si sarebbe poi irrigidita al punto da denunciare i ragazzi, profondamente delusa dall’indifferenza di studenti, genitori, autorità. Il ministro Valditara che ha mandato gli ispettori. Il consiglio di classe, che alla luce delle osservazioni di questi ultimi, si è riunito e, nella sua autonomia, ha parzialmente modificato i voti degli studenti coinvolti.

Che altro resta da dire? Resta da dire che il ministro dell’Istruzione e del merito, “approfittando” della gravità della vicenda e del clamore suscitato (“povera scuola”, “poveri insegnanti”), ha deciso di por mano a una mini riforma che si riassume in queste parole: far pesare di più il comportamento nelle carriere degli studenti.

Certo, quando capitano episodi gravi e incresciosi, in genere è l’opinione pubblica che chiede provvedimenti severi e drastici. Il ministro, di turno, le autorità, li annunciano, i provvedimenti, poi o li lasciano perdere, il che è grave, o provano a metterli in pratica. Scoprendo che al di fuori di quell’episodio specifico, stabilire norme equilibrate, che vadano bene normalmente, è abbastanza complicato. Quando poi si tratta della scuola, spesso i provvedimenti mettono in evidenza le idee del proponente, l’ideologia.

Valditara mira a una scuola che “promuova la cultura del rispetto”. Perciò il voto in condotta dovrà incidere di più sul risultato finale, fino a diventare determinante per l’ammissione all’esame di Stato, la maturità. Per ottenere il massimo dei crediti sarà indispensabile un voto in condotta alto. Insomma, un voto in condotta alto porta dei benefici.

Un voto in condotta ai limiti della sufficienza, un sei, porta a un debito in educazione civica con relativo rimando a settembre. La prova di verifica per lo studente verterà sui “valori costituzionali e di cittadinanza”, ordinari oggetti di studio durante l’anno…

Con il cinque scatta la bocciatura. Ma mentre fino a oggi l’insufficienza veniva data in casi gravi, in presenza di veri e propri reati, Valditara pensa che bastino “gravi e reiterate violazioni” al regolamento d’istituto per fargli ripetere l’anno.

Secondo il ministro, con questo spauracchio, i ragazzi saranno dissuasi dal compiere atti di bullismo, “rispetteranno” i docenti, si impegneranno ad avere comportamenti irreprensibili. Forse per godere di tutti i vantaggi? Verrebbe da chiedersi se Valditara non abbia confuso il suo ministero con quello della Giustizia. E gli studenti, i tanti con qualche problema, con i reclusi. Spaventa il tipo di scuola che ha in mente, una sorta di scuola militare, per tanti un “istituto di rieducazione”. Non si rende conto che non va bene neanche per i giovani della sua parte politica, quelli che, come dice La Russa, “la fiamma ce l’hanno nel cuore”.

Ma non è il caso di allarmarsi più di tanto. Il ministro ci ha abituati ai grandi annunci che rimangono lettera morta. Di recente, dalla Calabria, ha presentato l’Agenda Sud: in dieci punti, con parole roboanti, una rivoluzione che porterà le scuole del Sud a eliminare il gap con le scuole del Nord, anzi a superarle. Con quattro soldi. Mostrando di non conoscere ciò di cui parla.

Difficilmente avremo bocciature esemplari o scuole rivoluzionate, con più orario, palestre, laboratori: Di sicuro, con queste premesse, continuerà l’evasione scolastica, il disagio sociale di tanta gioventù senza prospettive per il futuro, aumenterà il gap del Sud con il Nord.

Arrivederci al prossimo episodio di bullismo a scuola. E relativa esternazione del ministro, con una linea, c’è da giurarci, ancora più dura… 

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